
Un terreno agricolo al posto della discarica cantonale per scarti edili alla Buzza di Biasca. È quanto chiede in un mozione inoltrata al Governo la deputata socialista Gina La Mantia, secondo cui gli 80mila metri quadrati dell'attuale sito di estrazione e lavorazione di inerti vanno convertiti in un terreno agricolo pregiato.
"Recentemente, il Parlamento cantonale ha stanziato un importante credito per le nuove Officine ad Arbedo con lo scopo di mantenere in Ticino un numero rilevante di impieghi e le competenze maturate in ambito ferroviario" sottolinea la deputata. "Con il dovere di responsabilità cui è chiamata la politica verso la collettività nell’affrontare i problemi di oggi e di domani, ritengo sia opportuno entrare subito nel merito della compensazione dei pregiati terreni SAC (Superfici di avvicendamento delle culture) richiesti ad Arbedo-Castione per l’edificazione del nuovo stabilimento".
"Si tratta di un importante sacrificio di terre coltive a dimostrazione, al pari del contributo cantonale da 100 milioni di franchi votato dal Parlamento a favore dell’ex regia, del forte sostegno del Ticino al progetto di nuove Officine. Come ogni impegno che si reputa nell’interesse della collettività neanche questa scelta politica deve però, in alcun modo, rendere vani i nostri sforzi per un altro obbligo morale dell’azione statale, quello di garantire una sufficiente base di approvvigionamento alimentare, sicura ed ecologica, alle nuove generazioni. Prima che sia troppo tardi dobbiamo quindi, e si tratta a mio modo di vedere di una scelta imposta dalle contingenze, tutelare meglio l’ambiente e gettare le basi per uno sfruttamento delle risorse rispettoso del territorio, evitando sprechi soprattutto sul fondovalle, vittima del progresso economico e industriale (spesso con scarsi risultati in termini di occupazione), delle nuove vie di transito e dello sviluppo demografico e edilizio. Nella Bassa Valle di Blenio gli effetti collaterali della ‘crescita’ continua, spesso a detrimento delle regioni periferiche, stanno trovando nuova espressione nel progetto di nuova discarica per scarti edili non riciclabili alla Buzza di Biasca. Questo progetto, cui mi sono già opposta con altri colleghi in questa sede presentando due atti parlamentari che sono seguiti all’importante mobilitazione popolare (con le 1740 persone che hanno firmato la petizione del Gruppo ‘Loderio c’è’), deve essere finalmente accantonato dal Consiglio di Stato.
"Alla Buzza di Biasca nel nome di AlpTransit sono già state cancellate decine e decine di migliaia di metri quadrati di prati coltivabili, per il deposito del materiale di scavo della galleria di base del San Gottardo, e un’ altra decina di migliaia di metri quadrati per gli inerti contaminati provenienti anche dalla galleria del Ceneri. Ma nell’Alto Ticino non devono giungere unicamente gli scarti del progresso, i rifiuti di un benessere creato altrove. Anche chi risiede nelle valli merita soluzioni decorose, pragmatiche, realizzabili a corto e medio termine, per garantire ai giovani occasioni di sviluppo, nel campo agricolo (come è il caso vista la presenza di numerose aziende agricole tra Biasca e Serravalle) e in altri ambiti".
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