Ticino
L'allevatore sul lupo: "È ora di finirla"
© Shutterstock e Ticinonews
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Redazione
5 ore fa
L'allevatore Elvis Morisoli racconta la sua esperienza. L'estate scorsa ha perso 20 pecore su 77.

Elvis Morisoli è falegname di professione e contadino per passione. Nella sua azienda agricola di Sementina alleva pecore, capre e qualche bovino. Morisoli si è unito all'appello del Gruppo territorio e alpeggi, che definisce il 2025 l’anno peggiore di sempre per quanto riguarda le predazioni di capi di bestiame da parte del lupo. Nuovi attacchi sono stati segnalati negli ultimi giorni, sia in montagna sia in zone urbane. Per due volte nel giro di un anno, Morisoli ha visto il suo gregge decimato a causa del lupo. All’alpe di Albagno, nell’estate del 2024, pascolava il suo gregge composto da 77 pecore: di queste, solo 57 sono tornate a casa. Su 20 capi persi gliene sono stati risarciti 6. Grazie ai contatti tra colleghi, per l’estate 2025 è riuscito a trovare un altro alpeggio. "A fine maggio abbiamo portato gli animali su un alpe della Valle di Blenio", racconta ai nostri microfoni. "Cinque giorni dopo mi chiamano e mi dicono: 'Non sappiamo come dirtelo. Elvis, è arrivato il lupo'. Ero qui a lavorare in azienda e quel giorno non sono più riuscito a fare nulla. Mi sento impotente".

Grido di aiuto

La frustrazione è tanta. Elvis Morisoli si chiede per quanto tempo avrà ancora la forza di continuare e lancia la sua richiesta di aiuto. "Gridiamo 'Al lupo!' perché adesso è ora di finirla. Dobbiamo fare qualcosa! E non solo noi allevatori... Chi è fuori da questo settore deve capirci, deve capire la fatica che facciamo".

Istinto

Chi lavora a stretto contatto con i contadini sono i veterinari, i quali intervengono dopo una predazione quando ci sono dei capi sopravvissuti. Nel caso di un attacco da lupo, si tratta tuttavia di un evento molto raro. "Cacciare è nell’indole del lupo, che quando entra in un branco di pecore preda tutto quello che si muove, un po’ come una volpe in un pollaio", spiega a Ticinonews Cora Keller, veterinaria. "A questo si aggiunge il fatto che alcune pecore, magari rincorse, scappando possono cadere in un dirupo. Sono tutti animali che il contadino non avrà più all’interno della propria stalla".

“Il lupo va dove c’è cibo”

Nelle recenti predazioni riportate dai media si è parlato di un lupo che si è avvicinato a un centro abitato. Il grande predatore ha quindi meno paura dell’uomo? "Il lupo va dove c’è cibo e, se non si trova in branco, si sposta anche per cercare un compagno. È chiaro che se vicino a un centro abitato vede un cagnolino, questo rappresenta una preda o un possibile concorrente".

L’impatto psicologico del lupo

Il rapporto tra il lupo e gli allevatori "è molto difficile e la frustrazione tra questi ultimi è aumentata". Oltre agli animali persi, "dalle predazioni deriva anche un forte impatto psicologico che spesso viene dimenticato". L’esempio portato da Keller è quello di chi "durante l’estate sale all’alpeggio, in quello che dovrebbe essere il momento più bello della stagione". Una volta in quota, però, "non osa alzarsi dal letto al mattino per paura di trovare degli animali morti".