
Negli anni Novanta è scattato l’allarme: l’ecosistema lacustre del Verbano era gravemente contaminato dal paradiclorodifeniltricloroetano (DDT), un inquinante organico persistente e altamente resistente all’ambiente. Da quel momento il Laboratorio Cantonale monitora regolarmente la presenza di questa sostanza, oltre ai bifenili policlorurati (PCB) e ai metalli pesanti negli agoni (Alosa fallax lacustris) del lago Maggiore. Oggi sono stati pubblicati i risultati emersi dall’analisi di dieci agoni catturati nella primavera del 2022. “I Iivelli di DDT si situano oggi a livelli tollerabili, mentre per i PCB, in particolare i congeneri diossina simili (dl-PCB), la situazione non si è ancora normalizzata”, si legge nel comunicato del Laboratorio Cantonale.
Come si sono svolte le analisi
“Nella primavera dello scorso anno”, viene spiegato, “sono stati catturati 10 campioni di agoni del lago Maggiore, ognuno composto da un ‘pool’ di diversi pesci della stessa zona di cattura, in particolare Tenero, Magadino, Ascona, Brissago, Vira G., Isole di Brissago, Ronco s/A, Gerra G., San Nazzaro e Ranzo”. I pesci catturati sono stati nominati da Z-1 a Z-10. Dopo aver filettato gli animali “sono stati analizzati i residui di DDT e dei suoi isomeri e metaboliti, di alcuni altri pesticidi clorurati quali esaclorobenzene (HCB) ed esaclorocicloesano (HCH), dei PCB indicatori, nonché del mercurio”.