
È polemica sull’agenda scolastica 2020/21, distribuita durante il primo giorno di scuola a tutte le scuole medie del Cantone, agli allievi delle quinte elementari degli istituti comunali, delle scuole speciali e al primo anno delle scuole medie superiori. A puntare il dito contro il DECS, che da due anni autoproduce l’agenda con l’aiuto di funzionari del DSS, è l’UDC, secondo cui il diario sembra “un manuale di lotta alla Che Guevara, una “magna carta” del pensiero unico, pagata con i soldi dei contribuenti e imposta a tutti gli allievi del Cantone”.
Al centro dell’agenda quest’anno il tema dei diritti umani e del cambiamento climatico, con le immagini delle figure chiave del movimento giovanile, tra cui Greta Thunberg e l’attivista belga fiamminga Anuna De Wever. Ma per il partito democentrista si è andati troppo oltre. “Grafica e contenuti veicolano dei messaggi che fanno credere ai giovani che ci siano tanti diritti dei bambini senza obblighi e che chi vuole cambiare le cose non deve capirle e affrontarle con i mezzi democratici e culturali, ma che basti alzare i pugni, scendere in piazza e gridare contro i “politici che si comportano come bambini”” sottolinea il partito in una nota. “Mentre i docenti e genitori faticano giorno dopo giorno per accrescere nei ragazzi la conoscenza, l’autocoscienza, la responsabilità, il rispetto e la capacità di giudicare il mondo partendo da esperienze positive e costruttive, DECS e DSS li istigano alla rabbia e alla protesta facile, idealizzando delle figure giovanili che sono diventate o sono state strumentalizzate da esperti di relazione pubbliche (vedesi Greta) per diventare degli eroi della piazza”.
Per l’UDC è inoltre azzardata la scelta di esporre i ragazzi “a contenuti comunicativi così unilateralmente ideologizzati”, come “quella del clima o del gender (come nel caso della giovane citata nell-agenda che “non si riconosce in un genere”)”. Secondo l’UDC con questi messaggi il Dipartimento dell’educazione “banalizza delle questioni importanti”, come “la salvaguardia del territorio e dell’ordine, il rispetto reciproco, la civiltà, il commercio, il benessere, la democrazia e la responsabilità”.
La polemica rischia di non esaurisi qui. Secondo quanto riferisce il Corriere del Ticino la questione dovrebbe sfociare in un atto parlamentare, verosimilmente in un’interpellanza, sottoscritto da Lega e UDC. La discussione potrebbe quindi approdare sui banchi del Gran Consiglio e non è escluso che deputati di altri schieramenti politici siano pronti a sottoscrivere l’atto parlamentare.

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