
Diverse verifiche di veicoli, effettuate dagli Ispettorati doganali ticinesi all’atto della loro uscita dalla Svizzera, hanno destato sospetti circa l’utilizzo non conforme di alcuni mezzi per il trasporto di merce. Da un’analisi approfondita delle informazioni, nonché dalle prime indagini, si è evidenziato che tre società di trasporto estere, operanti anche in Svizzera, utilizzavano i propri veicoli per movimentare merce all’interno del territorio nazionale dal 2014 al 2018.
Le inchieste - spiega l'Amministrazione federale delle dogane (AFD) in una nota - hanno potuto stabilire che, a fronte di esigenze logistiche specifiche, i trasportatori inchiestati caricavano merce in Svizzera sui propri veicoli esteri per trasportarle e scaricarle altrove, sempre sul territorio elvetico. Il cabotaggio è un fenomeno che nuoce molto alle aziende svizzere attive nel settore dei trasporti. Questo genere di trasporto può essere eseguito solo con veicoli regolarmente sdoganati ed immatricolati in Svizzera.
Effettuare trasporti interni con veicoli esteri, oltre che violare la legislazione doganale, viola anche la legislazione inerente la circolazione stradale e quella inerente i trasporti su strada. Pertanto la Sezione della circolazione cantonale e l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) sono stati informati in tal senso.
Tre gli atti d'accusa notificati alle persone inchiestate che rischiano ora pesanti sanzioni. Multe minori sono state comminate agli autisti dei mezzi. Oltre 260'000.- franchi svizzeri di tributi sono stati richiesti posticipatamente dall’AFD.
(Immagine esemplificativa d'archivio)
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