
"Se 12 anni fa sono entrato in Parlamento è anche perché chi vi sedeva prima di me e Fabio Regazzi (Chiara Simoneschi-Cortesi e Meinrado Robbiani, ndr) aveva deciso di lasciare dopo 12 anni. Il rinnovamento è giusto". Marco Romano ritiene che la sua rinuncia a ripresentarsi per un quarto mandato sotto la cupola di Palazzo Federale possa essere positiva per il partito che rappresenta in Consiglio nazionale. "Se continuiamo a proporre le stesse persone, l'elettorato si annoia", commenta a Ticinonews il deputato di Mendrisio. "Sono fermamente convinto che non ripresentandomi si genererà una bella dinamica di competizione all'interno del Centro. Le figure interessanti sono tante".
"Politica esclusa a breve termine"
Marco Romano queste figure le ha in mente, ma preferisce non svelarci a chi sta pensando. Gli chiediamo allora cosa ci sia nel suo futuro. "Ho una professione molto gratificante, a cui dedicherò più energia. Nel 2024 arriveranno degli stimoli per scrivere nuovi capitoli della mia vita in ambito sociale e civico. Sicuramente, a breve termine, non più in politica".
"Centro uscito molto forte dalle ultime elezioni cantonali"
L'ingresso di Romano in Consiglio nazionale è stato quantomeno "insolito", con il clamoroso pareggio con Monica Duca Widmer e poi il sorteggio ripetuto due volte che infine lo spedì a Berna. Quattro anni fa il secondo seggio del Centro, specialmente il suo, era traballante. C’è anche questo dietro la sua decisione di non sollecitare un quarto mandato? "Già dopo la mia prima elezione mi dissero: 'Vedrai che fra quattro anni non sarai rieletto'", risponde Romano. "E nel 2011 già si parlava di un seggio a rischio per il Ppd. Il Centro è uscito molto forte dalle ultime elezioni cantonali e ci sono i numeri per riconfermare i due seggi".