
Lugano decide di attaccare di petto la suina, istituendo un vero e proprio piano anti-crisi. Sì, perché con la stagione invernale alle porte l’influenza A potrebbe arrivare e colpire più forte che mai. Secondo delle proiezioni, la pandemia durerebbe dodici settimane, la più critica sarebbe la quinta in cui il 40% del personale potrebbe essere colpito direttamente o indirettamente. “Il Comune vuole ridurre il rischio d’infezione sul posto di lavoro e mantenere in funzione le infrastrutture alfine di garantire all’utenza la continuità della fornitura dei beni e dei servizi più importanti”, osserva Giampiero Comi, responsabile pandemia della Città, intervistato dalla Regione. Il primo passo fatto dalla Città, a livello di prevenzione, è stato l’acquisto di mascherine e disinfettanti per tutti i dipendenti. Ecco le priorità istituite in seguito da Lugano: è ad esempio più facile rinunciare a qualche giorno di manutenzione delle strade che non alla raccolta rifiuti, scrive il quotidiano bellinzonese. E ancora: scuole e case per anziani sono strutture irrinunciabili. Così in caso di eventuale pandemia e di chiusura di una struttura scolastica, i docenti potrebbero seguire gli allievi a casa. Mentre in una casa per anziani colpita dalla suina si potrà rinunciare alle varie attività di animazione, in favore di un aumento delle cure. Ma non solo. Durante le settimane più critiche, il Comune farà capo anche al personale che lavora a tempo parziale, chiedendogli di lavorare a tempo pieno, e ai neo-pensionati. E questo per garantire le prestazioni di base del servizio pubblico.
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