
Ieri, dopo oltre 50 anni di fedele servizio, la telecabina del Monte Tamaro ha svolto il suo ultimo viaggio. Dovrà ora lasciare il posto ad una versione più moderna, già in via di realizzazione, la cui messa in esercizio è prevista per giugno 2025. Il nuovo impianto di risalita, si legge in una nota dell'associazione Monte Tamaro, apporterà importanti migliorie a livello di servizio e accessibilità, riducendone notevolmente l’impatto ecologico e paesaggistico.
I lavori
Una meticolosa pianificazione del cantiere ha permesso di ridurre al minimo i mesi di chiusura e uno svolgimento della stagione 2024 senza restrizioni nell’offerta. Nella prima fase del cantiere i lavori si sono concentrati sulla stazione di monte all’Alpe Foppa e sul tragitto stazione intermedia – monte. Da oggi, lunedì 2 settembre, il cantiere si sposterà anche nella parte inferiore e comporterà inoltre lo smantellamento delle tre stazioni attuali.
Il nuovo impianto
Il nuovo impianto costituisce un progetto di fondamentale importanza per garantire la continuità aziendale e un elevato standard di servizio alla clientela futura. La telecabina seguirà il tracciato dell’impianto precedente dalla stazione di Rivera fino alla stazione intermedia al Piano di Mora. La tratta superiore del tracciato, invece, sarà leggermente spostata per via della nuova stazione di monte, che è avvicinata al Ristorante Alpe Foppa per migliorarne l’accessibilità. Sono previste ampie e confortevoli cabine a 8 posti, che renderanno il viaggio più gradevole grazie ad un’ottima areazione, a silenziosi passaggi sui piloni e allo smorzamento di eventuali vibrazioni. È stato nuovamente scelto un sistema di cabinovia a movimento continuo, che garantirà flessibilità e riservatezza agli utenti. Particolare attenzione è stata rivolta all’accessibilità, mirando all’inclusione totale. Il nuovo impianto convince anche dal punto di vista paesaggistico, ambientale e gestionale, come hanno dimostrato i risultati di un rigoroso esame di impatto ambientale. Questi risultati vengono raggiunti grazie alla riduzione del volume della stazione intermedia e quella di monte, la riduzione dei piloni da 29 a 19, ad una ricercata qualità architettonica e scelta dei materiali e non da ultimo, a sistemi energetici al passo con i tempi.