
È tra le ospiti più fastidiose dell'estate: stiamo parlando della zanzara tigre. Da anni si cerca di combatterne l'estrema diffusione sul nostro territorio. Tra le tecniche utilizzate, anche quella del maschio sterile, sebbene finora solo a livello sperimentale. Ebbene, sembra che questo metodo abbia dato i suoi frutti a Morcote, paese dove negli ultimi due anni si è svolto l'esperimento. "Da maggio a settembre, due volte a settimana, a Morcote abbiamo rilasciato maschi sterili di zanzara tigre", spiega a Ticinonews Eleonora Flacio, responsabile del settore Ecologia dei vettori dell'Istituto di microbiologia della Supsi. "Abbiamo visto che in entrambi gli anni la popolazione di zanzara tigre è calata di un ulteriore 63% da aggiungere alla riduzione media del 74% data dalle misure di controllo integrate, diffuse in tutto il Ticino". Sommando queste misure alla tecnica del maschio sterile, quindi, "la riduzione è stata di oltre il 90%". Conseguenza pratica, secondo Flacio a Morcote "i cittadini quasi faticano a trovare delle zanzare". Un sogno per coloro che nei mesi caldi si ritrovano a diventare la cena di questi insetti.
In zone più piccole
I risultati ottenuti nel comune sul Ceresio spingono la Supsi a continuare la sperimentazione. Quest'estate il metodo viene testato nel Locarnese, ad Ascona e Losone. Non su tutto il territorio di questi comuni, però: nei due paesi sono state selezionate due piccole aree di 12 ettari. Lo scopo è verificare l'efficacia della tecnica in porzioni di territorio più limitate rispetto a Morcote e con caratteristiche abitative differenti. Ad Ascona è stata scelta una zona di case di vacanza per provare il metodo in quartieri caratterizzati da una popolazione non stabile, mentre a Losone è stata selezionata un'area con un hotel e il comparto scolastico. In questo punto, la densità di zanzare è già bassa: l'esperimento vuole verificare se la tecnica del maschio sterile può eliminare del tutto la popolazione dell'insetto.
Più diffusamente
Eleonora Flacio specifica: "Ad Ascona e Losone l'intera popolazione non beneficerà della riduzione del numero di zanzare tigri, ma dei miglioramenti potrebbero esserci nelle piccole aree scelte per l'esperimento". In ogni caso, l'obiettivo è un giorno fare maggiormente ricorso a questo metodo. "Il nostro è un lavoro di servizi rivolto ai Comuni e ai cittadini. Vogliamo fornire dati reali per usare questa tecnica in modo più cosciente, in futuro". Per fare questo, "vorremmo costruire una biofabbrica sul territorio, che servirà a fornire localmente e razionalmente i maschi sterili da introdurre nell'ambiente".
