
“Recentemente il Consiglio della SUPSI ha annunciato la nomina di cinque nuovi professori. Ma come prassi divenuta ormai consueta, i professori scelti sono per almeno i 4/5 cittadini italiani formatisi in Italia e finora attivi perlopiù in Italia”. È così che inizia un’interrogazione inviata al Consiglio di Stato dal granconsigliere leghista Massimiliano Robbiani e firmata anche da Lelia Guscio, Boris Bignasca, Maruska Ortelli, Sabrina Aldi, Stefano Tonini e Alessandro Gnesa.
“Se da una parte non si critica minimamente la loro qualità professionale e accademica, dall’altra, però, c’è da chiedersi se non in Ticino, ma perlomeno oltre Gottardo, non ci fosse stato un professore degno di queste nomine, senza sempre scegliere dalla vicina penisola”, scrivono i deputati.
Ecco le domande sottoposte al Consiglio di Stato:
- Quanti dei cinque professori nominati recentemente dal Consiglio della SUPSI sono residenti?
- Se non Svizzeri di che nazionalità sono?
- In caso si trattasse di persone domiciliate all’estro, si trasferiranno in Ticino dopo l’assunzione?
- La SUPSI ha posto questa condizione al momento dell’assunzione?
- Quanti sono stati i candidati?
- Attualmente dove sono attivi i cinque professori assunti alla SUPSI?
- La SUSPI, nella scelta dei professori, si orienta sempre ed esclusivamente verso l’Italia, o pure il nord delle alpi, se non il Ticino, è preso in considerazione?
- Visto che si continuano ad assumere docenti provenienti dall’estero, non sarebbe il caso di migliorare la formazione in Svizzera/Ticino?
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