
Da circa una settimana al FabLab del Dipartimento ambiente costruzioni e design - il laboratorio di fabbricazione digitale e open innovation della SUPSI - si stampano in 3D maschere protettive per il settore sanitario. L'istituto ha infatti risposto alle iniziative globali per sostenere gli operatori sanitari durante l’emergenza Covid-19.
Non si tratta dell’unico laboratorio che ha aderito all’iniziativa: centinaia di volontari, maker, privati e università in Svizzera e nel mondo, dal MIT di Boston all'ETH di Zurigo, stanno collaborando per dare una mano a superare l’emergenza, fornendo competenze e tecnologie per dare risposte immediate attraverso metodi open source e transdisciplinari.
Da dove provengono le maschere? Alcune aziende specializzate in stampa 3D e gruppi di volontari attivi nei laboratori di fabbricazione digitale hanno avviato la ricerca e lo sviluppo di maschere protettive “facial shields” che possono essere stampate in 3D e realizzate con materiali semplici. Diverse versioni sono ora disponibili gratuitamente in rete in tutti i formati possibili di stampa.
Macchine e attrezzature già a disposizione per la produzione digitaleIl FabLab della SUPSI ha risposto alla chiamata delle diverse comunità online poiché dispone di macchine e attrezzature pensate per questo tipo di produzione digitale che viene distribuita in modo collaborativo e open source.
“Siamo connessi con altri laboratori e iniziative anche tramite chat e forum" sottolinea Serena Cangiano, ricercatrice del Laboratorio cultura visiva della SUPSI e responsabile del FabLab. "Abbiamo cercato di coordinarci tra di noi per accertarci soprattutto sulla sicurezza del design e sul materiale. Sulle piattaforme digitali di scambio di file, come Wikifactory e Careables, sono nati moltissimi gruppi di persone che si sono organizzate per produrre localmente materiale sanitario e anche altre soluzioni più complesse, come i respiratori per la terapia intensiva a basso costo".
Prodotte 30 mascherine in due giorni Sul modello della cooperazione globale, Serena Cangiano e Marco Lurati del FabLab DACD insieme alla volontaria Leyla Tawfik, hanno prodotto 30 maschere in due giorni che sono state consegnate ad una casa per anziani di Agno, il cui personale ha dichiarato una urgente necessità.
Tramite la rete dei volontari si sta attualmente verificando quali strutture abbiano bisogno di queste forniture. Il Laboratorio è in dialogo con enti e associazioni per meglio rispondere alle necessità più acute.
Si cercano volontari e stampanti 3D in TicinIl FabLab promuove una raccolta della disponibilità di chi ha stampanti 3D in Ticino e per volontari che possono rispondere alle eventuali richieste di stampa di protezioni on demand.
Per aderire alla chiamata si può’ accedere alla seguente pagina: https://fabmanager.supsi.ch/#!/projects/stampa-3d-di-maschere-protettive-iniziativa-in-ticino
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