
“Abbiamo davvero bisogno di una mano, stiamo tappando quel buco che nessuno sta tappando”. Queste sono le parole di Federica Valnegri, membro di comitato dell’Associazione Garage18. Gli scaffali che riempivano gli spazi usati dall’associazione Garage 18 in favore dei profughi ucraini erano inizialmente pieni di cibo, vestiti e tutti i beni di prima necessità. A oggi, però, gli scaffali sono completamente svuotati. La ragione? Un aumento importante delle richieste e la diminuzione drastica delle donazioni. “Le persone hanno iniziato a donare sempre meno e quindi ci siamo trovati in difficoltà”, sottolinea Valnegri. A mancare sono principalmente cibo a lunga conservazione e prodotti d’igiene.
Associazioni in difficoltà
Ma se il moto iniziale di solidarietà sembra essersi arenato lo stesso non si può dire del numero di persone che nei giorni di apertura, ma non solo, si recano a Bioggio per attingere ai beni di prima necessità. “Adesso abbiamo creato un sistema organizzativo tramite mail e le famiglie ucraine vengono qui solo su appuntamento”, spiega Valnegri. “Possiamo considerarci il polo del Ticino. Diverse famiglie anche di altri cantoni ci hanno chiesto aiuto”, sottolinea. Per far fronte alle oltre mille persone che settimanalmente si recano nell’habitat di Bioggio e agli scaffali vuoti è nata una collaborazione con l’associazione Tavolino magico che almeno parzialmente ha tamponato l’emergenza. “Non sappiamo per quanto potremo continuare, quando la merce non arriverà più non sappiamo se potremo andare avanti”, aggiunge.
Le autorità?
Una catena dunque basata su più livelli di solidarietà, a partire dai privati e poi le associazioni che rischia di incepparsi e lasciare un vuoto che attualmente non è coperto dalle autorità.
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