Ticino
La Russia chiude il gas, l’Europa trema
Redazione
3 anni fa
Il gasdotto russo Nord Stream 1 chiude per manutenzione, ma si teme uno stop più lungo. L’esperto sull’eventuale penuria: “la prima parte dell’inverno dovrebbe essere coperta dagli stoccaggi”

Oggi si sono chiusi i rubinetti del Nord Stream 1, la più grande infrastruttura di importazione di gas dell'Unione europea, di proprietà della società russa Gazprom, che trasporta 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas dalla Russia alla Germania. Ufficialmente si tratta di una manutenzione ordinaria, prevista da tempo, con i lavori che dovrebbero durare fino al 21 luglio. Poi tutto dovrebbe tornare alla normalità. Il condizionale è d’obbligo vista la guerra e i rapporti tra Russia e Europa. Ma se le Russia decidesse di bloccare le forniture anche a manutenzione finita? Una domanda che governi, mercati e aziende si stanno facendo in queste ore.

“Gli stoccaggi sono a livelli superiori rispetto allo scorso anno”
“È difficile fare delle valutazioni, nessuno ha la sfera di cristallo per vedere cosa accadrà fra una decina di giorni”, ha detto Nicola Dotta, direttore di Metanord SA, all’interno di Ticinonews. “Gli stoccaggi, ha spiegato, sono superiori del 62% rispetto allo scorso anno perché da inizio anno ad oggi l’afflusso di gas a livello europeo è stato importante. Se non arriva dalla Russia proviene da altre fonti”, ha spiegato Dotta.

“La prima parte dell’inverno dovrebbe essere coperta”
Potrebbe arrivare una penuria di gas in Svizzera? “È difficile fare delle stime”, ha risposto Dotta, “ma i livelli di stoccaggio sono buoni e dunque non c’è da avere paura da qui alla fine dell’anno. La prima parte dell’inverno dovrebbe essere coperta, ma dipende da che tipo di inverno sarà.”, ha sottolineato il direttore di Metanord. “Arriviamo da inverni asciutti e miti, ma non sappiamo come sarà il prossimo. Se sarà rigido servirà più gas per riscaldare gli immobili, se sarà mite ne servirà meno.”

“Le dinamiche sono saltate, non c’è più nessuna logica”
“I prezzi continuano a salire e settimana scorsa non c’è stato un giorno senza un aumento del 5-6%”, ha spiegato Dotta. E sulle cause di questo aumento l’esperto ha spiegato che “probabilmente è dovuto alla chiusura di Nord Stream 1, ma è difficile capire cosa stia succedendo perché le dinamiche sono saltate, non c’è più nessuna logica e il mercato è in balia di queste speculazioni. Non c’è occasione che venga persa per motivare un ulteriore aumento”, ha aggiunto.

“Le energie alternative non sostituiranno il gas russo, almeno a breve”
“Non è pensabile arrivare al prossimo inverno puntando solo sulle energie rinnovabile. Si potrà fare qualcosa ma non si sostituirà al 100% l’apporto del gas russo a breve”, ha sottolineato l’esperto.

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