Ticino
“La pianificazione federale penalizza il Ticino”
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
2 anni fa
A sostenerlo il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, che ha inoltrato un’interpellanza al Consiglio federale in merito al metodo di verifica del dimensionamento delle zone edificabili, attualmente uniforme per tutti i Cantoni.

La Legge sulla pianificazione del territorio (LPT) viene applicata dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) tramite il metodo di verifica del dimensionamento delle zone edificabili, uniforme per tutti i Cantoni, con un sistema di calcolo basato su criteri statistici. “Uno di questi è lo scenario di sviluppo demografico, elaborato sulla scorta dei dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica ogni 5 anni”, scrive Lorenzo Quadri nell’interpellanza inoltrata al Consiglio di federale in merito al tema della pianificazione federale.

“Uno scenario penalizzante”

I Cantoni sono chiamati a prendere le misure necessarie per un corretto dimensionamento delle zone edificabili nei propri piani direttori (PD), “misure che l’ARE ritiene di dover valutare secondo lo scenario federale”, scrive sempre Quadri, aggiungendo che “il piano direttore del Canton Ticino è stato approvato dalla Confederazione in base allo scenario di sviluppo demografico del 2020, mentre per tutti gli altri Cantoni l’ARE ha adottato lo scenario 2015”. Lo scenario 2020 “è penalizzante per il Ticino: infatti prevede uno sviluppo demografico inferiore rispetto alle previsioni del 2015”.

“Occorre una verifica”

L’ARE ha anche segnalato che “ogni 5 anni i Cantoni dovranno verificare le misure dei loro PD in base al più aggiornato scenario federale. Alla luce di queste considerazioni, occorre chiedersi se il metodo di verifica del dimensionamento delle zone edificabili stabilito dall’ ARE sia davvero efficace, attuabile e sostenibile”.

Alla luce di quanto esposto, Lorenzo Quadri chiede al Consiglio federale:

1) Considerato che le modifiche dei piani direttori e dei piani regolatori implicano dei tempi molto lunghi per Cantone e Comuni, e che l’effetto di queste modiche si potrà constatare solo sul medio e lungo termine, è sensato che l’ARE voglia rivedere questi scenari ogni 5 anni?
2) È consapevole il CF dell’immane lavoro che questo genera alle amministrazioni cantonali e comunali?
3) Non ritiene il CF che questo metodo crei un clima d’incertezza per i Cantoni e i Comuni, e che provocherà dei ritardi nell’adattamento della pianificazione cantonale comunale?
4) Considerato che vi saranno verosimilmente dei costi dovuti ai dezonamenti, non ritiene il CF che la Confederazione dovrebbe sostenere finanziariamente i Cantoni e i Comuni toccati?
5) Se il CF dovesse confermare tale modo di procedere (adattamento della pianificazione ogni 5 anni), non sarebbe opportuna la creazione di un  fondo federale favore dei Cantoni e dei Comuni per l’espletamento delle necessarie procedure?