
Si torna a parlare della pernice bianca. Come ricorderete, mercoledì scorso un comitato di cittadine e cittadini ha ufficialmente lanciato un’iniziativa popolare per chiedere di inserire il volatile tra le specie protette a livello cantonale. L'iniziativa è stata lanciata nonostante la moratoria introdotta a luglio dal Consiglio di Stato al momento di stabilire il regime venatorio valido per la stagione 2019.
Come prevedibile, non sono mancate le prime schermaglie tra i favorevoli e contrari. Martedì, ad esempio, la rivista Caccia e Pesca aveva pubblicato una ricetta basata proprio sul suddetto pennuto: ovvero la terrina di pernice bianca. "Visto il tema caldo di attualità, ripubblichiamo questa delicata ricetta per mostrare a chi in modo meschino ha voluto insinuare che questi selvatici "non vengono neppure mangiati: nel migliore dei casi sono impagliati, oppure gettati via" che, al contrario, i cacciatori apprezzano e onorano le loro prede nel migliore dei modi", aveva chiosato la rivista.
Nella polemica si è inserito ora il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. In un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, il consigliere di Stato ha ribadito la volontà di salvare la pernice e la sua adesione all'iniziativa: "C’è chi le caccia, chi le impaglia e chi le mangia, e poi c’è chi, come il sottoscritto, le vuole proteggere. In Ticino, dal 1996 ad oggi, il numero di pernici è diminuito drasticamente del 46%, quindi è forse giunto il momento di smetterla con i proclami e di attivarsi sul serio".
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