Delitto di Aurigeno
La perizia: "Il rischio di recidiva è alto"
© CdT/Chiara Zocchetti
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Robert Krcmar
6 ore fa
Prosegue il processo all’autore del delitto di Aurigeno. Spicca la telefonata dopo gli spari: "Te l'ho fatta pagare".

È proseguito nel pomeriggio l’interrogatorio all’autore del delitto di Aurigeno, che come già in mattinata ha ribadito più volte di aver voluto solo parlare e fare del male, ma non uccidere, quell’11 maggio 2023 in cui si è recato alle scuole ai Ronchini e in cui ha sparato tre colpi al custode dell’istituto, ferendolo mortalmente. Versione di cui il giudice Amos Pagnamenta non sembrava affatto convinto, visti molti atteggiamenti dell’uomo. 

“Hai fatto piangere me, ora stai male tu”

Ad esempio, sul perché ha sparato addirittura tre colpi. “Non mi ero reso conto di averlo colpito. Quando me ne sono accorto al terzo colpo mi sono fermato subito”, ha risposto il 44enne. Oppure, il giudice ha citato una telefonata all’ex moglie arrivata dopo il delitto. “Te l’ho fatta pagare. Tu hai fatto piangere me. Ora stai male tu”. “Era un momento di rabbia e panico, sono andato totalmente in tilt”, ha detto l’imputato. “Ero un padre disperato, sono più che pentito”, ha ribadito, citando diversi problemi che l’hanno colpito in particolare quei giorni di maggio 2023, che toccavano i figli e la sua situazione economica disastrosa. Tutto questo, ha ripetuto, dopo 11 mesi di insulti e provocazioni da parte dell’amante della moglie. 

La perizia: "Alto rischio di recidiva"

Il giudice ha poi annunciato la perizia psichiatrica dell’uomo, che parla di un disturbo della personalità misto, senza scemata imputabilità per i fatti, ma con alto rischio di recidiva. Stando a questa, il suo stato mentale sarebbe stato capace di reazioni forti anche senza le provocazioni. “Ha espresso a più persone il desiderio di vederlo morto. Ha cercato un sicario. Ha comprato un’arma. È andato armato ad Aurigeno e si è appostato per un'ora ad aspettarlo. L’ha seguito e sparato tre colpi, superando due porte di una scuola, durante l’orario scolastico. Mi conferma che non voleva ucciderlo?” Domanda del giudice che ha avuto risposta secca: “Non volevo ucciderlo”.

Voce agli altri due imputati

In seguito il giudice ha interrogato la seconda imputata, 34enne domiciliata a Locarno, chiedendo se ha fatto da contatto tra gli altri due imputati: uno che cercava una pistola e l’altro che poteva fornirglieli. Ma lei ha negato tutto, dopo peraltro aver fornito una serie di versioni diverse agli inquirenti. Il terzo imputato, 33enne che ha venduto al 44enne la pistola, ha detto invece di averlo visto l’unica e sola volta la sera della vendita e di avergli venduto tramite l’intermediaria un’arma che aveva in casa, ma senza chiedersi che cosa ne avrebbe potuto fare. 

Domani riprende il processo

Alla fine del primo giorno di processo, l'imputato ha poi detto che risarcirà volentieri tutte le persone coinvolte, in particolare i figli. Mostrando però qualche riserva nei confronti delle richieste di risarcimento dell'ex moglie. Domani sarà il turno delle arringhe.