Voci natalizie
“La musica popolare ha sempre fatto parte della mia famiglia”
Redazione
un anno fa
Carla Norghauer è la seconda ospite della puntata di “Non è sempre Natale”, durante la quale racconta la sua passione per la musica popolare, così come la sua vita professionale che l'ha portata ad essere la Carla che tutti conosciamo.

Il 2023, per Carla Norghauer, fa rima principalmente con un particolare evento: la Festa federale della musica popolare. E per renderle omaggio, la Signora della Domenica ha deciso di partecipare alla seconda puntata di “Non è sempre Natale” indossando proprio il colore simbolo dell’evento: il giallo. “Quattro giorni davvero indimenticabili. Per questo motivo, di quest’anno, salverei assolutamente questa Festa”. Cercando Carla Norghauer su Spotify è infatti apparsa una playlist caratterizzata principalmente da canzoni popolari ticinesi.

Cosa rappresenta per te la musica popolare?

“Pe me la musica rappresenta sostanzialmente la mia famiglia. Io provengo da una famiglia di musicisti, mio nonno era un polistrumentista e suonava il mandolino: lo strumento che maggiormente ci rappresenta – anche a livello nazionale – perché si suona prevalentemente nella Svizzera Italiana, in Canton Ticino. Quindi per me la musica popolare sono i canti che facevo con mia nonna Iride, come le opere di Vittorio Castelnuovo. Però, come detto, nella mia famiglia sono tutti musicisti, mentre io sono la classica pecora nera che non sa neanche leggere un rigo. Ascolto qualunque tipo di musica, ma ascoltare quella popolare per me è come leggere un libro di storia, soprattutto quella che viene scritta o narrata come dalla Vox Blenii o dai Vent Negru. Questo perché raccontano le storie dei nostri avi, degli emigranti, delle stagioni che cambiavano, delle tradizioni…è davvero come leggere un libro di storia. Però ascolto volentieri anche Nella Martinetti, con testi incentrati sull’amicizia”.

Nel febbraio 2004 hai rilasciato un’intervista all’Illustrazione ticinese in cui dicevi “ascolto molta musica, in particolare canti tradizionali popolari latino-americani”. Quindi alla tua playlist vanno aggiunti anche questi brani?

“Sì, andrebbero aggiunte una serie di cose. La playlist su Spotify mostra una Carla targata unicamente TI, come la mia auto. Però credo che anche a livello internazionale ci sia dell’ottima musica popolare, come ad esempio l’RnB negli Stati Uniti e quella appunto latina, perché adoro la lingua spagnola. Aggiungerei anche Frank Sinatra a quella playlist, quindi devo fare un po’ di ordine”.

Come hai fatto a scoprire la musica popolare tradizionale latino-americana? Perché è sì in spagnolo, ma uno spagnolo diverso.

“Io sono una romantica e quindi mi piace molto la musica tradizionale, come quella dei Los Panchos e dei Los Paraguayos. Canzoni che parlavano di amore puro, totale, definitivo. Un amore eterno, ma anche un amore straziante, che racconta di storie che finiscono. Tutte cose estremamente dolci e romantiche, che hanno in più un sapore latino. Con questo non voglio dire che non ascolti, ad esempio, Shakira o Jennifer Lopez, però preferisco chi interpreta le musiche del passato. Come Gloria Estefan, che mi ha fatto scoprire Cuba grazie al CD ‘Mi tierra’, in cui le canzoni raccontano tutte le storie e le difficoltà dei cubani che lei ha reinterpretato”.

Allora andiamo in Spagna: la tua altra più grande passione.

“Non so perché lo sia. Io solitamente rispondo che probabilmente in una vita precedente fossi una gitana spagnola. Infatti, ho la pelle un po’ ambrata e capelli e occhi scuri. Quindi qualcosa da andalusa potrei averla. È comunque un popolo che mi piace molto, con due soli focus nella vita: la fiesta e la siesta. Quindi, si lavora per vivere, e non il contrario. A loro poi non importa il tuo status, gli importa solo che tua sia una buona persona. Il detto ‘mi casa es tu casa’ è reale. Io potrei partire stasera e suonare a sorpresa il campanello della mia amica a Tarragona e so che lei sarebbe solo felice di accogliermi”.

Non hai mai pensato di trasferirti definitivamente in Spagna?

“Le mie radici ticinesi sono forti. Sono ben radicata sul territorio, quindi per il momento sono felice di fare su e giù tra il Ticino e la Spagna”.

L'intervista completa

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