
La notizia suona come un campanello d’allarme, soprattutto perché l’impresa rappresenta in Ticino una delle più importanti ditte del settore. La lettera di disdetta ai dipendenti è partita negli scorsi giorni: la Garzoni SA ha tagliato 26 posti di lavoro, 20 fissi e 6 interinali.
Una decisione - secondo indiscrezioni - motivata per mancanza di lavoro. A confermare la notizia ai microfoni di TeleTicino sono stati i sindacati, che tuttavia preferiscono attendere l’incontro urgente chiesto per lunedì prossimo con i vertici della ditta di Lugano per un commento ufficiale. Il segnale comunque non è dei migliori. Tra i dipendenti c’è infatti chi sostiene che dopo questa prima tornata ne seguirà un’altra.
Un interrogativo non secondario che i sindacati certamente vorranno chiarire, non solo per delimitare con esattezza l’entità della ristrutturazione, ma per richiamare eventualmente la Garzoni alle sue responsabilità sociali. Detto in altre parole, che la ditta non stia applicando la tecnica del taglio del salame per ovviare all’articolo di legge che impone l’apertura di un tavolo di trattative in caso di licenziamento collettivo. Per la Garzoni che conta circa 290 lavoratori la soglia dei licenziamenti senza procedura di consultazione è fissata a 29, ovvero il 10 % del numero totale dei lavoratori. Di questo - e altro - vorranno parlare i sindacati, chiedendo per quanto sia possibile garanzie su nuovi futuri tagli.
Dinamiche interne a parte – tutte da chiarire - la notizia di per sé solleva qualche preoccupazione. Considerato che si tratta del secondo grande licenziamento nel settore edile nel giro di poche settimane. Solamente 10 giorni fa un’altra importante ditta ticinese annunciava la soppressione di 20 impieghi.
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