Decoder
La crisi idrica continua a preoccupare e in Ticino c'è già chi corre ai ripari
© CdT
© CdT
Redazione
un anno fa
L'allarme dell'Onu è chiaro: "Le risorse d'acqua del pianeta si stanno esaurendo, una crisi idrica è imminente". Una situazione critica anche in Ticino, dove alcuni comuni hanno già invitato i cittadini all'uso parsimonioso dell'acqua. Ma qual è l'impatto della siccità nei boschi? E cosa possiamo fare noi? Ticinonews ne ha parlato con due esperti.

Quella di oggi è la Giornata mondiale dell'Acqua e l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha colto l'occasione per lanciare l'allarme: "Le risorse idriche del pianeta si stanno esaurendo, una crisi è imminente". Per cercare di invertire questa tendenza 6'500 rappresentanti del settore pubblico e privato, tra cui un centinaio di ministri e una dozzina di capi di stato e di governo, da questo mercoledì fino a venerdì si sono riuniti a New York nell'ambito della conferenza sulla scarsità dell'acqua. Queste persone sono invitate a presentare delle proposte atte a raggiungere l'obiettivo, fissato nel 2015, di "garantire l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030". La strada per raggiungere questo traguardo rischia però di essere sempre più impervia secondo Antonio Guterres, segretario delle Nazioni Unite, secondo cui "l'insostenibile uso di acqua, l'inquinamento e il surriscaldamento climatico stanno drenando la linfa vitale dell'umanità".

“La differenza rispetto al passato sono le temperature elevate”

 La siccità che stiamo vivendo in Svizzera e in Ticino non è una novità a livello storico, se non per un dettaglio. “In passato ci sono già stati periodi siccitosi più o meno lunghi, ma la grande differenza con la situazione che stiamo vivendo attualmente è legata alle temperature: una volta erano tendenzialmente più basse, oggi sono più alte a causa del riscaldamento globale. È questo aspetto a differenziare la siccità di una volta da quella di oggi”, ha spiegato a Ticinonews Marco Gaia, responsabile centro regionale sud di MeteoSvizzera.

Il futuro è ancora nelle nostre mani

Per rispondere all’appello fatto dall’Onu ci sono due azioni che si possono intraprendere: a corto e a lungo termine. “Per le prime ci sono i provvedimenti per un uso parsimonioso dell’acqua che permettono di gestire la crisi idrica momentanea. Per le seconde bisogna agire immediatamente e tutti insieme a livello globale, puntando a una società senza emissioni di anidride carbonica", ha continuato l'esperto.

"Gli studi mostrano che alcuni cambiamenti a livello climatico sono inevitabili, ma quelli per i prossimi 50-100 anni sono ancora nelle nostri mani. Decidiamo noi come sarà il clima in Svizzera alla fine di questo secolo. Gli scenari climatici mostrano che con un'azione decisa e rapida siamo ancora in grado di arginare all'incirca due terzi dell'impatto dei cambiamenti climatici. Sostanzialmente il clima di domani è nelle nostre mani e dipende dalle nostre azioni", ha concluso Gaia.

Le conseguenze della siccità per la vegetazione

Nel 2022 la siccità ha colpito soprattutto il Mendrisiotto, nel 2003 il Ticino centrale e la Bassa Mesolcina. A distanza di vent'anni le conseguenze nei boschi sono ancora visibili con molti alberi morti che non ricoprono più la loro funzione. Un destino che potrebbe toccare anche i boschi a sud del Cantone? “Con il tempo si potrà capire quali alberi riusciranno ad adattarsi al nuovo clima e quali si seccheranno”, ha spiegato a Ticinonews Marco Conedera, ingegnere forestale presso l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio. “Il problema degli arbusti secchi è che tendono a ribaltarsi, sollevando sassi e terra. Fenomeni che potrebbero dare adito ad altri problemi, come delle cadute di massi. La situazione è preoccupante, soprattutto se i periodi di siccità dovessero ripetersi negli anni. Una tendenza prevista da alcuni scenari climatici”.

La carenza di precipitazioni è un ulteriore problema: in molte zone del Cantone i boschi sono "vecchi". “Se ci fossero piante più giovani forse si potrebbero adattare meglio a questo nuovo clima, ma molto dipende anche dal livello di siccità. Una situazione come quella registrata la scorsa estate nel Mendrisiotto rientra già nei casi limite. Inoltre l'innesto di nuovi alberi non si può fare su larga scala, perché dipende dai soldi messi a disposizione. Gli esperti stanno già testando quali specie potrebbero meglio adattarsi a queste condizioni climatiche in futuro perché l'attuale vegetazione rischia di non essere più adatta al clima".

Crisi idrica, Breggia corre già ai ripari

Il Mendrisiotto sta ancora pagando le conseguenze della crisi idrica della scorsa estate e alcuni comuni, per evitare il peggio, stanno già iniziando a correre ai ripari in vista della stagione calda. Coldrerio ad esempio, seguendo quanto fatto da Breggia, ha già invitato la popolazione ad un uso parsimonioso dell'acqua potabile. Nel comune della Valle di Muggio, infatti, da alcuni anni la situazione idrica si è fatta problematica. "Due settimane fa", ha spiegato a Ticinonews Giuliano Arrigo, responsabile del servizio di acqua potabile del comune di Breggia, "abbiamo emesso questo invito ad un uso parsimonioso dell’acqua in quanto le nostre sorgenti erano diminuite dal 20 al 40% della sua normale portata. Basti pensare che le situazioni che stiamo riscontrando adesso, l’anno scorso si sono verificate a giugno”. Indicatori, questi, che fanno già presagire una situazione allarmante a livello idrico. “Abbiamo voluto giocare d’anticipo e non arrivare da un momento all’altro a dover risolvere i problemi dei consumi”.