
Il Tribunale amministrativo federale ha confermato la decisione della Segreteria di Stato della migrazione di revocare la cittadinanza all’ex agente Argo 1 condannato nel 2017 per sostegno del gruppo terroristico “Jabhat Al-Nusra”. L’agente di sicurezza era stato arrestato nel blitz del febbraio del 2017. La condanna era stata di due anni e sei mesi.
All’uomo, naturalizzato nel 2008, la Sem aveva ritirato il passaporto nel 2019, decisione contro la quale l’uomo aveva interposto ricorso. Il Tribunale amministrativo federale, però, ha stabilito che la revoca della cittadinanza era giustificata dal fatto che l’uomo abbia “pregiudicato gravemente la sovranità, la neutralità e la diplomazia della Svizzera”. In particolare operando propaganda, proselitismo, indottrinamento e radicalizzazione. L’ex agente di Argo 1, inoltre, aveva anche facilitato il viaggio di due foreign fighters in Siria.
“l Tribunale constata che la revoca della cittadinanza del ricorrente è idonea a proteggere la società e lo Stato dalla minaccia del terrorismo. Questo provvedimento, previsto espressamente dal legislatore, è necessario per raggiungere lo scopo voluto, considerato che non esistono altre misure legali di minore incisività. L’interesse pubblico prevale dunque sull’interesse privato del ricorrente a potere beneficiare della cittadinanza svizzera. Tale conclusione è conforme alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) relativa alla portata della protezione che garantisce l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in caso di revoca della cittadinanza”, scrive il Taf.
Ora resta aperta la possibilità di fare ricorso al Tribunale federale.
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