Ticino
L’epidemia ha creato un’emergenza di nuovi precari
Redazione
4 anni fa
Triplicati i pasti al centro Bethlehem di Lugano. Fra Martino Dotta: “Vengono persone che non avevano mai chiesto aiuto prima”

La fotografia delle migliaia di persone che si sono messe in fila a Ginevra per la distribuzione di cibo ha fatto il giro del mondo. Un’immagine inedita della Svizzera, conosciuta per lo più per la sua ricchezza. Ma il coronavirus ha accentuato elementi di povertà che prima erano piuttosto sotto traccia.

Com’è la situazione in Ticino? Il nostro Cantone presenta un tasso di povertà superiore rispetto al resto della Svizzera. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica il 10% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Teleticino ha quindi visitato la mensa sociale di Fra Martino Dotta per capire come il Covid-19 abbia impattato sulla sfera sociale del Cantone. Qui non si sono viste code come nei grandi centri urbani, ma è vero che i pasti distribuiti nelle ultime settimane sono triplicati. A colpire però è soprattutto un altro fattore. L’emergenza Covid-19 ha creato nuove categorie di persone in difficoltà. Persone che fino ad oggi non avevano chiesto aiuto o non si trovavano a beneficio di un sostegno pubblico.

“Si tratta perlopiù di persone con attività indipendenti o lavoratori su chiamata, che prima dell’emergenza sanitaria riuscivano a barcamenarsi. Ma con l’interruzione dell’attività lavorativa e il mancato guadagno si sono trovate senza risorse” spiega Fra Martino Dotta ai microfoni di Teleticino. A fargli eco anche la responsabile del centro Karin Bellin: “Vedere persone in difficoltà con le lacrime agli occhi e il sentimento di colpa è stato provante anche per noi”.

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