
Sono scesi in campo compatti i rappresentanti delle diverse associazioni economiche che invitano a votare sì, il 15 maggio, al pareggio dei conti cantonali entro il 2025 con misure di contenimento della spesa. Ovvero, il “Decreto Morisoli”. Il principio sostenuto è semplice: non si può spendere più di quel che si incassa, spiega il presidente della Camera di Commercio Andrea Gehri ai microfoni di Ticinonews.
“Le spese vanno a toccare il cittadino e la società intera, ed è un tema che va assolutamente corretto”, aggiunge. Argomenti che per l’appunto non convincono i contrari, che parlano invece di proposta austera e pericolosa per il ceto medio e le fasce meno abbienti, tanto più in un contesto economico incerto quanto quello attuale. La vicepresidente della Camera di Commercio Cristina Maderni risponde con le cifre. “In 10 anni la spesa per i dipendenti pubblici, il funzionamento della macchina statale e i sussidi è cresciuta del 30%”, sottolinea. “Vuol dire che tra poco la spesa sarà così tanto cresciuta che non avremo i mezzi. Ci devono essere delle entrate sufficienti per coprire queste spese”, aggiunge Maderni. E ad aumentare, rimarca, sono anche state imposte e tasse. “Le entrate fiscali hanno continuato a crescere malgrado le riforme”.
Un atto di responsabilità verso le generazioni future, spiegano, che non andrà a tagliare beni e aiuti essenziali, né a limitare la spesa laddove è necessario invece aumentarla, ad esempio in materia di transizione energetica o invecchiamento della popolazione. Secondo Alberto Petruzzella, presidente dell’Associazione bancari “occorre una ponderazione dei reali bisogni odierni”.
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