Ticino
“L’abbattimento avverrà alle calende greche?”
Immagine Shutterstock
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Redazione
2 anni fa
In una lettera al Consiglio di Stato, Germano Mattei sottolinea le necessità degli allevatori. “Abbiamo paura che col lupo succeda un incidente grave”

“Mentre Voi state ragionando sugli aspetti ed approfondimenti giuridici l’80% del nostro territorio sta andando ulteriormente alla malora”. Non usa mezzi termini Germano Mattei, Co-presidente dell’Associazione Svizzera per un Territorio libero dai Grandi Predatori, nella sua lettera aperta indirizzata ai consiglieri di Stato Christian Vitta e Claudio Zali in cui chiede di “agire per salvaguardare l’allevamento caprino e ovino in Ticino”.

“Situazione insostenibile”
Mattei ritiene la situazione “insostenibile” ed è preoccupato per “il futuro del territorio montano svizzero e delle attività tradizionali e turistiche che vi si svolgono”. In tal senso secondo il firmatario il turismo “sta subendo ripercussioni: con le vacanze alle porte, molti si chiedono se ritornare nelle Valli, se riaprire le case di vacanza, se affittare un rustico, se andare alle Capanne alpine o anche solo per fare un’escursione”, si legge nella lettera a Vitta e Zali. Ma, sottolinea, è specialmente preoccupato “per le puntuali e sempre più numerose presenze di Grandi Predatori, lupi in particolare, in ogni dove, vicino a centri urbani e a nuclei abitati in particolare”.

Alle calende greghe?
Il lupo, insomma, continuare ad essere un tema scottante. E questo nonostante la decisione del Consiglio di Stato di abbattere il lupo a Cerentino, in Val Rovana che secondo Mattei avverrà “alle calende greche”. “In Vallese quattro giorni dopo l’abbattimento era cosa fatta e precedentemente vi erano stati altri due prelievi. Recentemente nei Grigioni pure due prelievi dopo pochi giorni dall’autorizzazione”, sottolinea. Ad ogni modo Mattei spera che “questo abbattimento avvenga prima della vicina Ascensione”, anche se – ammette – per risolvere il problema “dell’indiscriminata e incontrollata proliferazione” ci vuole ben altro.

“Sono sanguigni i nostri allevatori”
Il firmatario nella lettera ha poi ricordato l’azione delle carcasse davanti a Palazzo delle Orsoline. “Sono un democratico e non mi sento fiero di quest’azione di protesta inusuale e, per il sottoscritto, irripetibile”, sottolinea. E aggiunge: “A dire il vero numerosi allevatori erano pronti per partire verso la piazza della Foca e i vostri ovattati Uffici con i loro armenti, questo a causa dei tentennamenti del Consiglio di Stato verso la problematica. Li abbiamo a fatica fermati. Sono sanguigni i nostri allevatori, ma infine anche loro molto democratici e coscienziosi. Molto di più di quanti lo dovrebbero essere e che dovrebbero dare l’esempio”.

Le richieste
Nel suo scritto Mattei avanza delle richieste ben specifiche al Consiglio di Stato. Tra queste, aldilà degli aiuti economici, pastori di appoggio, personale da attivare, box rifugio necessari sugli alpeggi, monitoraggio da parte dei guardiacaccia, l’autorizzazione di “scarichi d’alpe forzati” e, infine, un periodo di tempo per la regolamentazione libera dei lupi sul territorio come è stato fatto nel Canton Vallese. Nelle Regioni montane e specialmente tra i giovani – conclude Mattei – “vi è molta apprensione e preoccupazione nel futuro e nell’inerzia che dimostra la politica”.

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