Ticino
IPUS/Unipolisi: oltre 100 le persone truffate dai finti atenei
IPUS/Unipolisi: oltre 100 le persone truffate dai finti atenei
IPUS/Unipolisi: oltre 100 le persone truffate dai finti atenei
Redazione
7 anni fa
Ex studenti e professori dell’istituto chiassese avanzano pretese che si aggirano sui 2,5 milioni

Assume dimensioni preoccupanti il presunto raggiro commesso da Vincenzo Amore assieme alla moglie tramite l’IPUS e l’Unipolisi, i due istituti di formazione, in sostanza spacciati per atenei, ora chiusi. Dal doppio filone di inchiesta condotto dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti emerge che sono diverse decine le persone, in tutto più di cento tra ex studenti e docenti, ad essersi costituite accusatrici private nel procedimento avviato per appropriazione indebita, truffa e amministrazione infedele aggravata, subordinatamente semplice.

Solo per quanto accaduto all’IPUS di Chiasso, fallito nel 2016 poiché sommerso dai debiti, sono più di cinquanta le parti civili, alcune composte da gruppi di persone. A fianco dei docenti che rivendicano i salari non versati, figurano numerosi studenti che pretendono la restituzione delle salatissime rette, tra gli 8 mila e i 10.500 franchi all’anno soprattutto per specializzazioni in Scienze infermieristiche e Fisioterapia, pagate per restare con un pugno di mosche in mano.

Miglior sorte, peraltro, non avrebbero potuto sperare nemmeno se l’IPUS, che arrivò a contare fino a 500 iscritti, non avesse chiuso i battenti, dato che i riconoscimenti a livello europeo dei percorsi di studi proposti nella cittadina e dei titoli accademici probabilmente non esistevano. L’ammontare delle pretese nei confronti degli ex responsabili dell’IPUS si aggira attorno ai 2,5 milioni di franchi. Una cifra destinata a lievitare, visto che considera solo il danno economico patito nell’ultimo anno di attività dell’IPUS.

Lo stesso copione potrebbe assumere il secondo troncone di indagine, quello sull’Unipolisi, che lo scorso dicembre ha condotto all’arresto, in Ticino, di Amore e consorte.

Maggiori dettagli nell'edizione odierna del Corriere del Ticino

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