Ticino
“Ipotizzare Chernobyl è eccessivo”
Ginevra Benzi
2 anni fa
Il professore Maurizio Barbato è stato ospite a Ticinonews per chiarire come quanto avvenuto ieri “non comporti un rischio paragonabile a Chernobyl”, la cui costruzione era nettamente diversa da quella di Zaporizhzhya

Per calibrare la paura che sorge spontanea quando si parla di una centrale nucleare al centro di un campo di battaglia, come quella che ha rischiato di venir colpita la scorsa notte, Ticinonews si è collegata in videochiamata con Maurizio Barbato, professore al Dipartimento tecnologie innovative della Supsi, per chiarire quanto sia effettivamente pericolosa la situazione.

“I contenitori dei reattori sono preparati per un impatto”
“Il rischio c’è, nel senso che nel momento in cui c’è una guerra si può perdere il controllo e non tutte le operazioni possono essere perfettamente calibrate quindi ci può essere il rischio che qualcosa vada storto” commenta Barbato aggiungendo però che “la centrale di Zaporizhzhya ha i contenitori all’interno dei quali ci sono i reattori che sono preparati per un impatto, anche a quello, ad esempio, di un aeromobile”. I contenitori all’interno sono infatti d’acciaio, mentre il corpo esterno (l’edificio protettivo) è fatto di cemento armato che li prepara già a qualcosa di imprevisto che potrebbe danneggiare la parte più importante: il nucleo.

“Per fare seri danni ci vuole un attacco mirato”
Sulla base di quanto appena detto “a meno di un attacco che sia mirato e insistente sul reattore un incidente penso possa essere ben supportato. Anche se il proiettile di ieri avesse colpito uno degli edifici, molto probabilmente non ci sarebbero comunque stati grossi problemi”.

“Non si può paragonare Zaporizhzhya a Chernobyl”
“Bisogna distinguere, perché i reattori di Chernobyl sono reattori Rbmk che erano stati studiati per non essere protetti, perché dovevano essere accessibili per poter ottenere il plutonio per le armi nucleari, quindi erano reattori molto delicati e fatti opportunamente per questo scopo”. I reattori di Zaporizhzhya sono invece diversi, in quanto la loro struttura di protezione “impedisce l’accesso al nucleo, quindi al reattore. Costruttivamente abbiamo quindi una sicurezza in più” commenta Barbato, sottolineando inoltre che “Chernobyl ha avuto un’esplosione dall’interno dovuta a un malfunzionamento che ha fatto esplodere l’edificio del reattore, facendo quindi fuoriuscire il nucleo fondente”. Nel caso di Zaporizhzhya, l’attacco sarebbe esterno e in questo caso i reattori sono protetti, aggiunge il professore, ribandendo quindi che “ipotizzare Chernobyl è un’eccessiva estremizzazione di quello che sta succedendo, non credo ci sia un rischio del genere”.

Attaccare una centrale nucleare non è strategicamente intelligente”
Quando è in corso una guerra, quello che un Paese può fare per indebolire l’altro è “colpire le sue fonti energetiche, come centrali a carbone o idroelettriche, dove una volta distrutto l’impianto si interrompe la produzione” mentre “attaccare una centrale nucleare non è una mossa strategicamente intelligente. La mossa intelligente è prendere possesso della centrale nucleare, non distruggerla perché il rischio è elevatissimo e questo i russi lo sanno benissimo” conclude Barbato.

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