
In Ticino mancano infermieri per cui si è costretti a ricorrere alla manodopera frontaliera. Un concetto, questo, espresso talmente tante volte, e da più parti, da essere diventato praticamente una verità assodata.Ma siamo sicuri che la situazione sia realmente quella che ci viene illustrata? A giudicare dal racconto di un'infermiera ticinese 34enne, che ci ha contattati per renderci partecipi della sua esperienza, si direbbe proprio di no. La sua è una testimonianza forte, di indignazione, e di frustrazione per non riuscire a trovare un posto di lavoro malgrado la disponibilità a qualsiasi sacrificio.L'infermiera ticinese, che chiameremo Laura, è in disoccupazione da gennaio. Da allora ha disperatamente cercato un impiego, nel proprio settore ma anche altrove. Ha inviato curriculum addirittura ai servizi di pompe funebri. Centinaia e centinaia di curriculum, da Chiasso ad Airolo, ma tutti con lo stesso esito: "Ci dispiace, siamo al completo"."Ma come?" si chiede Laura, "Non veniamo periodicamente assillati dai media sul fatto che vi sia un penuria di intermieri in Ticino? Mi sa che tutti questi appelli si basano su fonti errate, altrimento io non sarei qui a dire come in realtà stanno le cose."E in realtà, secondo Laura, le cose stanno ben diversamente da come le dipingono i media. I frontalieri non sarebbero affatto un complemento alla manodopera locale, bensì la prima, e unica, scelta per molte strutture del settore sanitario. Che non valuterebbero nemmeno le candidature degli infermieri ticinesi. "Siamo al completo perché abbiamo già troppi frontalieri" si è sentita rispondere Laura da una casa anziani del Mendrisiotto."Il problema nel settore sanitario c'è" afferma Laura, "ma è più facile mettere la testa sotto la sabbia e non dire che ci sono anche infermieri ticinesi che da alcuni anni cercano di rientrare in Ticino, dopo aver fatto l'infermiere presso ad esempio il CHUV di Losanna, ma che qui da noi non riescono più a rinserirsi". Laura parla con cognizione di causa, in quanto molti di questi infermieri sono suoi amici o ex colleghi."Io con la mia esperienza decennale ed un post diploma quale infermiera in Salute Mentale, svizzera, nubile, senza figli a carico, amante della turnistica e con alle spalle tre esperienze professionali in ambito sanitario diverso, io non trovo nulla da gennaio" si sfoga Laura. "Sono l'unica sfortunata o la verità è ben un'altra che si preferisce tacere?" Laura si dice delusa pure dall'esperienza con l'Ufficio regionale di collocamento. Il suo consulente l'avrebbe infatti redarguita sul fatto che non ha conoscenze "influenti" nel settore sanitario, proferendole testuali parole: "Se conoscesse qualcuno sarebbe tutto più facile. È brutto a dirsi ma oggi funziona così.""È diventato questo il nostro bel Ticino?" si chiede Laura. "Ci siamo ridotti a questo? Ci stiamo svendendo?"
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