
Resterà impunito l’autore delle esternazioni via social postate il 16 novembre scorso sul gruppo Facebook “Rumors Ticino” da un utente - presumibilmente italiano - in risposta agli sfottò sull’eliminazione della Nazionale italiana dai prossimi Mondiali di calcio. “Non te la prendere – aveva commentato M.M. rispondendo a un altro utente – io sto ancora godendo per l’eroe Marko Tomic al Carnevale di Locarno!”. Le esternazioni avevano preso di mira lo sfortunato Damiano Tamagni, vittima del pestaggio del Carnevale di Locarno del 2008, e che hanno comprensibilmente indignato il popolo del web e non solo.
Il deputato Germano Mattei (MontagnaViva) aveva interrogato il Consiglio di Stato, chiedendo se sarebbero stati presi dei provvedimenti, compreso dichiarate l’autore dei commenti “persona non grata in Svizzera” (vedi articolo suggerito). Ebbene, nella sua risposta ripresa ieri dal Caffè, il Governo ha spiegato che con gli attuali mezzi informatici di principio non è possibile risalire all’autore del post.
"È possibile ottenere le informazioni necessarie solamente attraverso un ordine di perquisizione e sequestro rispettivamente, e nella maggior parte dei casi, tramite una domanda d’assistenza giudiziaria internazionale in quanto sono solo gli amministratori delle varie piattaforme internet (pressoché sempre all’estero, come nel caso concreto di Facebook), che hanno a disposizione le indicazioni tecnico/informatiche utili ad eventualmente permettere di risalire all’autore”.
Spesso è necessaria un’ulteriore indagine di Polizia giudiziaria per risalire alla persona fisica, in quanto la piattaforma internet potrà unicamente fornire il collegamento internet utilizzato dall’autore per pubblicare il post. Insomma, si tratterebbe di un'impresa lunga e dispendiosa.
Infine, l’autore non verrà definito “persona non grata” in quanto “con tutta probabilità non ricopre funzioni diplomatiche/consolari né tanto meno è Ministro o Capo di Stato”. Pertanto né il Governo né il Dipartimento federale degli affari esteri possono prendere tale provvedimento.
Difficile (ma non impossibile) risalire e condannare gli autori
Lo scorso novembre il procuratore pubblico Arturo Garzoni aveva emesso un decreto d'accusa nei confronti di una donna, residente in Ticino, che aveva esultato per la morte di una 24enne eritrea a Bellinzona. In quel caso la denuncia penale sottoscritta da circa 70 cittadini (e il fatto che la donna risiedesse in Ticino) aveva facilitato la sua identificazione.
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