Ticino
Iniziativa sulle pensioni, Regazzi: "Ci siamo tirati la classica zappa sui piedi"
2 anni fa
Per il presidente dell'USAM, la netta bocciatura di oggi alle urne farà sì che il tema verrà messo da parte per almeno i prossimi 5 anni. "Ci siamo giocati una carta che dovevamo tenere in mano nell’ambito delle future discussioni”.

“Ci siamo tirati la classica zappa sui piedi; auspicavo che i Giovani Liberali Radicali ritirassero questo testo, che era già condannato ancora prima che si affrontasse la discussione davanti al popolo”. È il commento rilasciato dal presidente dell’USAM e consigliere agli Stati Fabio Regazzi (Il Centro) a Ticinonews, in merito alla netta bocciatura del popolo svizzero all’iniziativa sulle pensioni. Oggi “il risultato nettissimo emerso dalle urne vuol dire aver accantonato questo tema, che, dal mio punto di vista sul principio è corretto, perché è una delle misure che potrebbe contribuire a ridurre i costi a carico dell’AVS”. Tuttavia “è evidente che così abbiamo precluso ogni discorso per i prossimi 5, forse 10 anni, per cui dobbiamo accantonare questa soluzione. Ci siamo giocati una carta che invece, a mio avviso, dovevamo tenere in mano nell’ambito delle future discussioni”.

13esima AVS, “la riduzione del potere d’acquisto è stata decisiva”

Passando invece al tema della 13esima AVS, per Regazzi è evidente che il “deterioramento della situazione economica e quindi la riduzione del potere d’acquisto al quale abbiamo assistito in questi ultimi anni hanno spinto in modo decisivo la popolazione a sostenere questa iniziativa, che comunque prevede un aiuto a pioggia e questo è il limite principale”. Se fosse stato un aiuto mirato alle fasce di popolazione, soprattutto degli anziani, più deboli “evidentemente la discussione sarebbe un’altra”.

Per quanto concerne l’autocritica “quella che possiamo farci, semmai, è di non aver cercato di elaborare un controprogetto che andasse a correggere alcune storture del sistema AVS, come l’AVS per i coniugi, che è assolutamente discriminatoria. E per gli anziani meno abbienti, quelli che fanno più fatica, si poteva immaginare dei correttivi negli ambiti delle prestazioni complementari”.