
Se non si pone fine alla libera circolazione delle persone, il mercato del lavoro, i servizi sociali e le infrastrutture saranno messi sotto pressione, così come saranno in pericolo la prosperità e la libertà del popolo elvetico. L’UDC oggi ha voluto lanciare così la sua campagna a favore dell’iniziativa popolare “per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)” promossa insieme all’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI).
“Ora dobbiamo prima di tutto garantire posti di lavoro ai nostri cittadini”, ha sostenuto l’UDC. La campagna è rivolta in particolare ai dipendenti che verrebbero sostituiti “da stranieri più economici”. I promotori dell’iniziativa hanno tuttavia sottolineato di non voler fermare completamente l’immigrazione. Anche nel caso di un sì alle urne il prossimo 27 settembre, “i lavoratori di cui abbiamo bisogno nel nostro Paese - come medici, infermieri o addetti al raccolto - potranno continuare a venire in Svizzera per guadagnarsi da vivere qui”.
A causa dell’immigrazione, i costi sociali, la criminalità, gli affitti e i prezzi dei terreni sono in aumento, ritengono i democentristi. “Circa un milione di persone al netto è immigrato in Svizzera. Le conseguenze di questo insediamento di massa sono disastrose per il nostro piccolo paese: la Svizzera viene cementificata, le nostre infrastrutture sono sovraccariche, i lavoratori svizzeri vengono estromessi e la formazione dei nostri figli ne risente”, spiega l’Udc.
L’Unione democratica di centro spiega come la situazione sia allarmante soprattutto nelle regioni di frontiera”. Soprattutto nelle regioni di frontiera, la situazione è allarmante. “Un’occhiata a queste regioni, e in particolare al Ticino, dimostra ciò che, a causa della libera circolazione delle persone, presto sarà una triste realtà in tutta la Svizzera”, dice il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa.
“Il ceto medio è fortemente sotto pressione, i giovani trovano difficilmente un lavoro e il dumping salariale è così forte, che il governo cantonale ha già dovuto imporre 21 contratti normali di lavoro con salario minimo obbligatorio, al fine di stabilizzare i salari. Inoltre, il rischio di povertà è salito dal 20 al 30%, il numero di disoccupati da 8’000 a 20’000 e quello dei beneficiari dell’aiuto sociale è più che raddoppiato. Ciononostante, decine di migliaia di frontalieri UE a buon mercato continuano a gravare sul nostro mercato del lavoro”, aggiunge Marco Chiesa.
L’iniziativa
L’appuntamento alle urne è in programma il 27 settembre dopo l’annullamento delle votazioni a maggio a causa del Covid-19. L’immagine scelta dai responsabili della campagna rappresenta una Svizzera schiacciata fisicamente dall’Unione europea: “Abbiamo perciò consapevolmente scelto un’immagine molto espressiva che, in maniera molto semplice, mostra come la Svizzera sia schiacciata dall’enorme immigrazione di massa”, dice Marcel Dettling, responsabile della campagna
L’iniziativa promossa da ASNI e UDC auspica la fine della libera circolazione con l’Unione europea. Il testo - che ha raccolto oltre 116’000 firme valide - esige che la Svizzera regoli in maniera autonoma l’immigrazione degli stranieri. Impedisce inoltre ogni nuovo trattato internazionale per la libera circolazione. Si sono espressi contro il testo praticamente tutti i partiti, il Consiglio federale, il parlamento e diverse associazioni.
Se l’iniziativa venisse accettata, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell’accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall’intesa nel mese successivo, col rischio di far cadere l’insieme del primo pacchetto di accordi bilaterali.
In campo anche i Giovani UDC
Questa mattina, prima del partito nazionale, anche i Giovani UDC hanno lanciato la loro campagna sul tema: a loro avviso, il futuro dei giovani elvetici è minacciato dalla libera circolazione delle persone.
“Il numero dei giovani disoccupati è aumentato negli ultimi mesi”, ha dichiarato oggi a Berna il ticinese Diego Baratti, responsabile della campagna e vicepresidente della sezione cantonale dei Giovani UDC. La crisi del coronavirus rischia inoltre di far peggiorare ulteriormente la situazione.
Molti giovani alle prime esperienze sul mercato del lavoro sono esposti quotidianamente alla paura e alla pressione di essere messi ai margini a causa di lavoratori stranieri meno costosi. Ciò riguarda la Svizzera intera e non solo il Ticino. Per questo i giovani demcoentristi chiedono un cambiamento di paradigma nella politica dell’immigrazione.
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