
“Queste patologie non possono essere riconosciute come malattie professionali”. Così si è espresso nel suo rapporto il Consiglio di Stato, invitando il Gran Consiglio a respingere la mozione dei deputati Mps Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi ‘Le infermiere del San Giovanni meritano giustizia e dignità!’. Tale mozione, lo ricordiamo, chiedeva di riconoscere il nesso causale fra i tumori contratti da sette ex infermiere dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona (alcune nel frattempo decedute) e la loro attività di preparazione di farmaci anticancro quando le protezioni non erano efficaci come quelle di oggi.
Le richieste
Nello specifico, Pronzini e Sergi chiedevano di “riconoscere come malattie professionali le varie forme di cancro e malattie autoimmuni contratte nel corso di questa vicenda dalle infermiere coinvolte”. Non solo: si chiedeva anche di riconoscere alle vittime “tutti i diritti pensionistici spettanti a chi ha contratto una malattia professionale e ad assumersi tutte le spese e gli eventuali diritti pensionistici (in forma retroattiva) che spetterebbero alle vittime nell’ambito delle disposizioni previste in questi casi dalle diverse assicurazioni”.
La risposta
“Sulla scorta degli approfondimenti espletati e in assenza di un nesso di causalità tra l’esposizione ai preparati chemioterapici o ai prodotti di disinfezione e le malattie contratte dalle ex collaboratrici, queste patologie non possono essere riconosciute come malattie professionali”, ha risposto il Governo cantonale.