
Per molti indipendenti, le prospettive di riapertura annunciate ieri dal Consiglio federale non sono positive. Tra i settori che si sentono penalizzati, perché dovranno rimanere chiusi nonostante il piano di protezione a suo tempo messo in campo, ci sono per esempio le strutture per lo sport al chiuso. Le palestre, in particolare, le cui serrande sono destinate a rimanere abbassate almeno fino ad aprile, e per cui spesso gli aiuti tardano ad arrivare. Stamattina Radio3i ha raccolto lo sfogo di Luca Maggetti, titolare della centro fitness 3 Castelli di Bellinzona. “Sono più che arrabbiato. Innanzitutto non sono d’accordo con le decisioni prese sempre all’ultimo momento. Siamo un settore che fa prevenzione, con dei piani di protezione più rigidi e rispettati, e ci hanno messo forse per il primo d’aprile, senza una giustificazione. Sono contento che saranno riaperti i negozi ma non è che hanno più protezioni rispetto a noi”.
Gli aiuti stentano ad arrivare
Intanto però, molti fanno fatica a ricevere gli aiuti messi a disposizione dallo Stato: “Non è che stentano ad arrivare, non arrivano”, esclama Maggetti, “arriva solo il lavoro ridotto, io sto ancora aspettando l’indennità di perdita di guadagno di dicembre e come me il 90% delle altre palestre. Per i casi di rigore è vero che avevano detto che sarebbero arrivati a fine febbraio, ma intanto si è passati da una copertura del 20% al 10%. Anche lì nessuno sa cosa fare, forse sarebbe un po’ da rivedere”. Vi sentite penalizzati? “Assolutamente si, perché i piani di protezione erano molto rigidi e ci abbiamo investito molto. La gente inoltre rispettava le misure”
“Non capisco il mese di attesa”
Rabbia che rimane nonostante ci sia la comprensione che un’apertura a singhiozzo sarebbe peggiore rispetto a una chiusura prolungata: “Io questo mese di attesa non lo capisco: facciamo due settimane e valutiamo. Per le varianti invece... tener aperto la metà degli esercizi e l’altra metà no... alla fine siamo penalizzati noi, i ristoranti e i bar. A quel punto chiudete davvero ma dateci una copertura delle spese mensili”, conclude Maggetti.
Nuovi aiuti dal Consiglio federale, basterano?
Per quanto riguarda gli aiuti, l'esecutivo ha anche espresso l'intenzione di aumentare i crediti federali per sostenere l'economia. In un messaggio al Parlamento, il Consiglio federale ha chiesto nuovi fondi per 14,3 miliardi di franchi complessivi. Fondi che andrebbero destinati anche ai casi di rigore - la cui somma verrà quadruplicata a 10 miliardi. Tuttavia, come confermato anche da Luca Maggetti, spesso gli aiuti arrivano con il contagocce. Radio3i ne ha parlato con il direttore della Camera di Commercio ticinese, Luca Albertoni. Questi aiuti saranno sufficienti? “È difficile dirlo oggi, è già molto positivo che venga previsto. È chiaro però che molto dipende dall’andamento di aperture e chiusure. Però ho l’impressione che comunque non basterà: ci sono settori che anche una volta riaperti avranno parecchie difficoltà a ripartire”.
“Ci sono ancora problemi nel versamento e nel riconoscimento di alcuni aspetti”
Quali sono le misure proposte dalla Camera di Commercio? “Io credo che gli strumenti previsti siano buoni. Ci sono ancora delle problematiche riguardanti gli indipendenti, che vanno risolte. Qui si parla soprattutto di entità finanziaria degli aiuti. Per quanto riguarda gli indipendenti, quali sono i problemi? “Ci sono due aspetti. Il primo, che non riguarda solo gli indipendenti, è quello del versamento fisico degli aiuti, ovvero quando ricevono concretamente questi aiuti. Apparentemente questo non funziona bene e l’erogazione è troppo lenta. Poi ci sono situazioni in cui determinati aspetti non vengono riconosciuti, quindi ci sono persone che pur pagando regolarmente i contributi non ricevono alcun genere di aiuto. Adesso si sta cercando di colmare tutte queste lacune però c’è ancora qualcosa da fare, senza dubbio”.
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