
Incinta e licenziata, ma poi reintegrata.
È la storia di un abuso conclusosi con un lieto fine, quella riportata dal sindacalista Giorgio Fonio sul suo sito personale www.giorgiofonio.ch.
Riguarda una ragazza poco più che 20enne, operaia in una grossa multinazionale del Sottoceneri.
Improvvisamente, un giorno l'azienda le comunica il licenziamento, invitandola a recarsi presso un'agenzia interinale per la ricerca di un impiego.
Lei lo fa e tramite questa agenzia riesce a tornare a lavorare presso la grossa multinazionale del Sottoceneri. Non più con un contratto fisso, bensì con il solito impiego precario offerto dalle agenzie internali, “se c’è lavoro ti chiamiamo altrimenti resti a casa senza stipendio”.
Avendo sottoscritto un nuovo contratto di lavoro, seppur precario, la ragazza scioglie quindi il contratto di lavoro con la multinazionale, che era ancora nel periodo di disdetta.
Poco dopo si reca dal medico e scopre di essere incinta, con concepimento risalente a prima del licenziamento.
La ragazza capisce subito che ciò pregiudica il suo impiego con l'agenzia interinale e che quindi è a rischio di trovarsi senza salario sia durante la gravidanza, sia nel periodo di maternità successivo al parto.
Chiede quindi alla multinazionale di essere riassunta, ma questa le risponde: “Si rivolga all’agenzia interinale, lei ha concluso il suo rapporto presso di noi e dunque non può più pretendere nulla dalla nostra azienda”.
Non sapendo cosa fare, la ragazza si rivolge quindi al sindacato OCST, che prende immediatamente contatto con la multinazionale, facendole notare che la disdetta di un contratto di lavoro durante la gravidanza è illegale. L'art. 336c del Codice delle Obbligazioni cita infatti che “dopo il tempo di prova il datore di lavoro non può disdire il rapporto di lavoro in caso di gravidanza. La disdetta in questo periodo è nulla”.
Inizialmente la multinazionale non ne vuole sapere di riprendere alle sue dipendenze la ragazza incinta, ma poi, dopo essersi consultata con i propri avvocati, decide di riassumere con effetto immediato la ragazza, che potrà così passare una gravidanza serena.
"Nella mia attività sindacale mi capita spesso di trovarmi confrontato con brutte situazioni, in cui i diritti dei lavoratori o delle lavoratrici vengono calpestati in modo vergognoso" commenta Giorgio Fonio. "Tra gli abusi che più mi fanno arrabbiare vi sono quelli che coinvolgono le donne, in particolare le donne incinta. Forse perché sono padre e dunque particolarmente sensibile al tema, ma questo tipo di abusi, che colpiscono una donna nel periodo che dovrebbe essere il più bello della sua vita, mi fanno particolare ribrezzo."
In questo caso la vicenda si è conclusa positivamente, per cui Fonio rinuncia a divulgare il nome dell'azienda in questione. Ma se non fosse stato il caso, non avrebbe esitato a farlo.
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