Ticino
In Ticino 40'000 analfabeti
Redazione
14 anni fa
Si tratta di persone che hanno difficoltà anche solo a scrivere una lettera oppure a leggere l'orario del treno

Sarebbero quarantamila gli analfabeti in Ticino. Questo secondo quanto riporta la Regione nell’edizione odierna. Per analfabeti si intendono persone “con competenze in lettura e scrittura insufficienti” in base ad una graduatoria impiegata anche per la Sials (Second International adult literacy survey). Una graduatoria che si suddivide in cinque livelli, e gli analfabeti ticinesi si situerebbero appunto al primo livello, il che in pratica significa “non sono in grado di determinare correttamente la posologia indicata sul foglietto di istruzioni per l’uso di un medicinale”.Secondo il sito www.leggere-scrivere.ch “Nella Svizzera italiana” - stando ad uno  Studio SIALS 2003- di un testo in prosa il 33% degli intervistati sa leggere e capire solo informazioni semplici, il 19,6% mostra competenze insufficienti. Tutto questo nonostante la maggioranza di queste persone abbia seguito 8 o 9 anni di scuola obbligatoria nel nostro paese”.Per Paolo Buletti, logopedista e formatore dell’”Associazione leggere e scrivere” queste persone “incontrano difficoltà pure a essere autonomi nella vita quotidiana” in pratica hanno difficoltà anche solo a scrivere una lettera oppure leggere l’orario del treno.Questo problema porta con se anche altre conseguenze. Sempre secondo Buletti “gli illetterati sono facilmente soggetti alla disoccupazione e devono ricorrere alle assicurazioni sociali. Alcuni soffrono anche fisicamente di questa situazione in quanto si rendono conto di non essere autonomi".Ma non è tutto, anche la democrazia viene minata da questo fenomeno in quanto risulta oltremodo difficoltoso informarsi e recarsi alle urne. Buletti si sbilancia anche in osservazioni provocatorie di fronte al fatto che questo tema non riscuote particolari interessi “avere una fetta della popolazione in difficoltà con le parole” – dice Buletti – “potrebbe far comodo a qualcuno: la gente è meno autonoma, meno critica e quindi più facilmente controllabile”.A questo punto abbiamo chiesto a Manuele Bertoli, Direttore del Dipartimento Educazione Cultura e Sport del Canton Ticino, qualche osservazione in merito.Come si può interpretare questo dato? 40'000 analfabeti sono molti…“Il dato non può lasciare indifferente nessuno” – dice Bertoli – “men che meno la scuola. Le cause di questa situazione sono diverse e differenziate, ma più che interpretare il dato occorre intervenire con provvedimenti concreti efficaci che permettano di portare almeno a livello di sufficienza gran parte delle persone che in questa analisi finiscono nel novero di coloro che risultano avere competenze insufficienti”. Il DECS si occupa di questa casistica? “Il DECS e per esso la scuola si occupa soprattutto della formazione di base dei giovani” – continua Bertoli – “In questi anni si sono potenziati gli interventi a sostegno dell’insegnamento dell’italiano, sia nella scuola media sia nel postobbligatorio. Le prove PISA ci indicano che alla fine della scuola media vi sono anche allievi che hanno difficoltà nel leggere,nello scrivere, nel comprendere semplici messaggi. Un’attenzione accresciuta a questi aspetti da parte della scuola può  prevenire forme più diffuse di illetteratismo . Inoltre si tratta di mantener vivo l’interesse per la lettura,la scrittura: la diffusione e la presenza di biblioteche può dare un contributo anche in questo ambito. Anche la formazione continua degli adulti può contribuire a contenere il fenomeno denunciato”. 

Si può stabilire se si tratta di una tipologia particolare, pensiamo agli stranieri, oppure è una cosa, diciamo, trasversale? “ E’ un fenomeno complesso presente in molti Paesi. Non è limitato agli stranieri o a persone che hanno interrotto gli studi. E’uno spaccato della nostra società che può coinvolgere tutti seppur in modo differenziato”.  Buletti afferma che “l’analfabe

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