Ticino
In piazza contro la riduzione delle pensioni
Immagini Ticinonews
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Un centinaio di persone ha risposto all’appello del VPOD per protestare contro il taglio del 20% delle pensioni dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino, che concerne 16mila lavoratori

Circa un centinaio di persone si sono riunite in Piazza Governo a Bellinzona su invito del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino, per manifestare contro la riduzione delle pensioni e dei salari netti per i dipendenti affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT). La cassa pensioni dei dipendenti dello Stato lamenta infatti un buco di 500 milioni. La misura, volta a ridurre l’ampiezza di questa perdita, concerne circa 16mila dipendenti, tra docenti cantonali e comunali, impiegati, polizia, strutture carcerarie, organizzazione sociopsichiatrica, personale degli enti esterni affiliati. Con la protesta il sindacato chiede al Governo e al Parlamento un chiaro impegno per definire un piano di compensazione, “che eviti una massiccia riduzione delle pensioni e dei salati netti” a partire dal 1° gennaio 2023.

La manifestazione ha però solo poche persone. Secondo Ghisletta, quello delle pensioni “è un tema difficile”.

“Massacro sociale inaccettabile”
Raoul Ghisletta, segretario del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari VPOD Ticino, ha denunciato il fatto che un taglio del 20% dal 2021 delle pensioni dell’IPCT, sommato a quello del 20% avvenuto nel 2013, porterà ad una svalutazione delle pensioni del 40% sull’arco di 10 anni, se non si adotteranno robuste contromisure. “Un taglio del 40% è una cifra insostenibile e un massacro sociale inaccettabile”, ha dichiarato Ghisletta, che chiede l’apertura di un tavolo di negoziazione con il Governo e il Parlamento per costruire un piano di compensazione. Secondo il sindacalista lo si può fare unicamente se il Parlamento approverà nel 2022 un aumento dei contributi versati all’IPCT, che accrescano del 20% il capitale di ogni assicurato giovane, in modo da neutralizzare il taglio delle pensioni che il Consiglio d’amministrazione IPCT deve adottare.

Samanta Cudazzo del Comitato VPOD impiegati Stato ritiene inaccettabile e socialmente problematica una riduzione del 40% delle rendite di vecchiaia sull’arco di dieci anni. Anche la Commissione del personale dell’Organizzazione sociopsichiatrica si dice preoccupata per la situazione pensionistica, in un periodo oltretutto in cui ha dovuto svolgere un lavoro impegnativo per fronteggiare i problemi derivanti dalla pandemia.

Preoccupazione anche da docenti e polizia
A nome del Comitato VPOD docenti, Zenia Toniolo ha indicato che sono anni che le condizioni lavorative delle docenti e dei docenti in Ticino stanno subendo un peggioramento a seguito di scelte effettuate dal Governo e dal Parlamento ticinesi. Molte misure hanno già colpito pesantemente la professione, in primis la decurtazione di due classi salariali per i neoassunti, rendendo sempre meno attrattiva la professione. Infine Aldo Zwikirsch, a nome del gruppo VPOD Polizia, si è detto sconcertato per le scelte adottate dallo Stato negli ultimi 10 anni, che hanno causato ai dipendenti ingiustizie salariali e un netto peggioramento del piano previdenziale. I dipendenti che non avevano 50 anni al 1.1.2013 “non devono ancora essere penalizzati da ulteriori peggioramenti”.

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