
Ieri la nuova direttrice della Segreteria per la Migrazione Christine Schraner Burgener ha visitato il centro d’asilo di Chiasso. Ad oggi nel nostro Paese sono state elaborate quasi 20'000 richieste d’accoglienza da profughi dall’Ucraina, 2'500 delle quali solo nel nostro Cantone.
Una crisi che non si vedeva da tempo
“Stiamo vivendo una crisi che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale” ha commentato Schraner Burgener ai microfoni di Ticinonews. Fino ad oggi, la guerra in Ucraina, come detto, ha portato su suolo elvetico quasi 20mila persone, 12 mila delle quali hanno ottenuto lo statuto di protezione S. Se finora il sistema d’asilo e di accoglienza sta reggendo l’urto, viene comunque da chiedersi fino a quando questo sarà possibile. “L’evoluzione dipenderà dalla situazione sul campo, ma anche da come gli stati vicini all’Ucraina riusciranno a gestire un numero enorme di profughi. Per esempio in Polonia ci sono 2,3 milioni di profughi. Quando questo paese non potrà più gestire queste persone, il flusso si sposterà sempre più ad ovest. “Dobbiamo prepararci all’arrivo di altre migliaia di persone”, ha spiegato Schraner Burgener.
Il Ticino gioca un ruolo importante
Nella rete d’accoglienza il nostro Cantone sta giocando un ruolo importante, basti pensare che a Chiasso si sono registrate 2’500 persone, 2’000 delle quali hanno ricevuto un permesso S, mentre 1’400 sono state accolte in Ticino. Una cifra, quest’ultima, che va ben oltre la chiave di riparto inter-cantonale, su cui si è espresso il direttore del Dipartimento Istituzioni Norman Gobbi: “il Canton Ticino in una prima fase ha accolto più profughi dall’Ucraina proprio perché abbiamo già presente una comunità ucraina sul nostro territorio che ha fatto da trattore per amici e parenti, rispettivamente con il centro di Chiasso c’è stata in questa prima fase una maggior attribuzione”. Per fare in modo che la solidarietà inter-cantonale funzioni, in questi giorni, spiega Gobbi, si è registrata “una minor attribuzione al Canton Ticino proprio per poter rientrare in una normale chiave di riparto in base alla popolazione” concludendo che va tenuto conto del fatto che “abbiamo già sul nostro territorio un centro federale di registrazione”.
Nuovi flussi migratori dall’Africa
Proprio Gobbi, ha ricordato inoltre le altre crisi migratorie con cui il nostro Cantone è stato confrontato in passato; crisi che hanno permesso al Sud delle alpi di reagire con tale prontezza. Ma le incognite dirette e indirette della guerra in Ucraina destano comunque preoccupazioni. Molti Paesi africani, dove la fame non è stata sconfitta, si riforniscono proprio in Ucraina. La guerra in Europa potrebbe pertanto creare nuovi flussi migratori dall’Africa: “Sono delle sfide che riguardano tutta l’Europa ed è anche per questa che la Svizzera sta partecipando a delle sedute dell’Unione europea” commenta la segretaria di Stato per la migrazione, aggiungendo che “lo scorso lunedì la consigliera di Stato Karin Keller Sutter ha partecipato all’incontro dei ministri della giustizia e dell’interno. Abbiamo condiviso le nostre preoccupazioni, che sono tali anche per gli altri paesi, soprattutto per i paesi ai confini con l’Ucraina. Ma questi problemi dei flussi migratori riguardano tutti. Non si vedeva un fenomeno di tale portata dalla seconda guerra mondiale”.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata