Ticino
Imposte circolazione, luce verde alla riforma
Immagine CdT/Gabriele Putzu
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Lara Sargenti
2 anni fa
In Commissione della Gestione PPD, Lega e UDC hanno firmato il rapporto che verrà sottoposto al Gran Consiglio. Dadò: “Nessuna forzatura, abbiamo aspettato 5 anni che qualcuno facesse una proposta e non è arrivato nulla”

Alla fine PPD, Lega ed UDC hanno rotto gli indugi e in commissione della gestione hanno dato il loro via libera alla riforma delle imposte di circolazione. PS e PLR, invece, avrebbero voluto aspettare ancora qualche giorno per cercare un possibile compromesso. Così, nei corridoi di Palazzo, si mormora che i promotori abbiano voluto forzare la mano. È davvero così? “L’iniziativa è stata lanciata cinque anni fa e la legge prevede che dopo 18 mesi deve esprimersi il Gran Consiglio. Non mi sembra dunque che ci sia una forzatura”, replica il promotore dell’iniziativa Fiorenzo Dadò. Su una possibile apertura è stato chiaro: “Abbiamo aspettato anni che qualcuno facesse una proposta e non è arrivato niente. Noi abbiamo presentato il nostro rapporto che approva le iniziative e ribadito che entro giugno bisogna andare in Gran Consiglio”.

La proposta
La proposta, lo ricordiamo, è quella di basare il calcolo dell’imposta di circolazione unicamente sulle emissioni di CO2, fatta salva un’imposta base di 120 franchi. L’introito totale delle imposte di circolazione non deve inoltre superare gli 80 milioni l’anno. Infine qualsiasi modifica futura deve diventare referendabile.

Per la sinistra è una riforma poco sociale
Secondo la sinistra è una riforma poco sociale. Le auto elettriche, quelle con il minor numero di emissioni, non sono per tutte le tasche. Per i socialisti sarebbe meglio tenere in considerazione anche peso e potenza. “La nostra proposta”, replica Dadò, “riguarda il 90% delle auto dei ticinesi e non solo quelle elettriche. Il partito socialista dovrebbero dire che non sottoscrive la sua stessa proposta perché non è d’accordo di diminuire le tasse di circolazione ticinese”.

30 milioni in meno nelle casse dello Stato
Altra questione che preoccupa i partiti più scettici: con questa riforma alle casse cantonali verranno a mancare circa 30 milioni di franchi. “Quello che chiediamo”, precisa ancora il presidente PPD, “è che vengano incassati dai ticinesi solo i soldi che servono per la manutenzione delle strade e non il surplus di 30 milioni che oggigiorno va a coprire altri costi che non c’entrano nulla con le strade”.

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