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“Impensabile che la Svizzera resti fuori dall’offensiva protezionistica di Trump”
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Redazione
7 ore fa
Lino Terlizzi analizza le conseguenze che potrebbero avere dazi del 30% sulle importazioni europee, annunciate da Trump, per la Svizzera: "Ne soffrirebbe indirettamente".

Il presidente americano Donald Trump ha postato sabato su Truth una lettera inviata a Bruxelles, in cui annuncia dazi del 30% sulle importazioni europee a partire dal 1° agosto. Una mossa che sta portando i vertici europei a intensificare gli sforzi diplomatici per raggiungere un’intesa. Anche la Svizzera sta cercando la via del dialogo. Qualche settimana fa si parlava di un accordo imminente tra gli Stati Uniti e la Confederazione sulla falsa riga di quello stipulato dalla Gran Bretagna e di gran lunga più conciliante rispetto ai dazi imposti al resto del mondo. Tuttavia, ad oggi, una risposta dagli States ancora non è arrivata a Berna. “È inevitabile che qualcosa arrivi anche per la Svizzera. Si tratta di vedere quando e come”, commenta il giornalista economico Lino Terlizzi. “Ma è impensabile che la Svizzera resti fuori da questa offensiva protezionistica attuata dal presidente Trump”. 

Qualche settimana fa si parlava di un accordo imminente con gli Usa, si respirava un cauto ottimismo. Ora c’è un po’ più di tensione?

“Credo che buona parte di questa tensione derivi dagli avvenimenti degli scorsi giorni per quel che riguarda l’Unione europea, ossia il 30% a partire dal 1° agosto. Fino ad allora le cose potrebbero ancora cambiare, ma questo livello dei dazi per l’UE pone un duplice problema per la Svizzera. Il primo è che i dazi che verrebbero imposti alla Svizzera potrebbero non essere lontani da questa soglia elevata. Il secondo è che l’UE come area nel suo complesso rimane il partner commerciale ed economico principale per la Svizzera. Se l’Unione Europea avesse questo livello di dazi ne soffrirebbe. Indirettamente quindi ci sarebbe anche una sofferenza economica per la Svizzera”. 

C’è chi sostiene che i dazi imposti all’Europa potrebbero anche portare benefici alla Svizzera, che a quel punto si troverebbe ad essere maggiormente competitiva rispetto ai vicini di casa europei…

“Dipenderebbe dal livello dei dazi che verrebbero imposti alla Svizzera. La Svizzera già oggi è competitiva e come economia aperta tende a essere più competitiva quanto più i mercati sono aperti e quanto più si sviluppa il libero scambio. La prospettiva migliore è che le barriere economiche si abbassino. Con i dazi alla fine ci perdono tutti. Si tratta solo di vedere quando, se subito o più avanti. Anche gli Usa che hanno voluto varare questa offensiva ci rimetteranno sicuramente dal punto di vista commerciale ed economico”.