Società
Imbarco Immediato, le nuove sfide in un mondo che cambia
Redazione
un anno fa
In Svizzera crescono i crimini d’odio verso comunità LGBTIQ+. Nel 2023 il loro numero è raddoppiato rispetto all’anno precedemte. È quanto emerge dai dati pubblicati oggi a livello federale, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. A TicinoNews ne abbiamo discusso con la portavoce di Imbarco Immediato Arianna Lucia Vassere.

“Abbiamo denotato un aumento delle ostilità e subito più violenze, anche in pieno giorno per le strade”. Lo ha dichiarato Anis Kaiser, responsabile dell’organizzazione Transgender Network Switzerland, in riferimento all’aumento del numero di crimini d’odio nei confronti della comunità LGBTIAQ+, che include persone con diverse identità sessuali ed espressioni di genere, ad esempio persone omosessuali, bisessuali, trans, non binarie o queer. Nel 2023 le chiamate ai numeri telefonici di assistenza per denunciare ostilità sono infatti più che raddoppiate nel giro di un solo anno. E sono in costante aumento dal 2020. Osservandole nel dettaglio, circa il 70% dei 305 casi segnalati l’anno scorso riguardava insulti verbali, il 21% ha invece subito una violenza fisica. Una notizia che cade proprio oggi, 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, volta a sensibilizzare sul tema della discriminazione, delle molestie e delle violenze che continuano a verificarsi. Cifre che, per essere nel 2024, fanno riflettere, soprattutto per via della continua sensibilizzazione e gli sforzi contro i crimini d’odio verso la comunità LGBTQIA+, purtroppo raddoppiati. Temi di cui abbiamo voluto parlarne con la portavoce di Imbarco Immediato Arianna Lucia Vassere.

Una componente fisica che non va sottovalutata

“Questi crimini d’odio verso questa comunità sono raddoppiati, ma sono dati relativi unicamente ai crimini più gravi, quelli che si notano. Per quelli considerati minori, quindi piccoli crimini quotidiani, non ci sono dati. E sono purtroppo quelli maggiormente legati ai temi che affrontiamo questa sera”. Secondo Vassere, “c’è un'ostilità sempre più crescente nei confronti dei diritti acquisiti dalla comunità, e che vengono vissuti come pericolosi”. Si ha inoltre il timore che venga, in un certo senso, “perso il filo, con la conseguente percezione che i diritti siano troppi, creando così delle ostilità che portano a discriminazioni e alla messa in atto di azioni violente”. Se è vero che la maggior parte delle denunce che sono emerse oggi sono riferite a insulti verbali, c'è anche la componente fisica che non va sottovalutata.

Comunità transgender maggiormente toccata

Ma come mai c’è questa recrudescenza, questo aumento, sia della poca sopportazione sia come si ripercuote su questi gesti? “Devo dire che attualmente la componente della popolazione arcobaleno più toccata dal fenomeno è la componente trans, che in certo senso ancora spaventa, pone delle domande che non si traducono in riflessioni produttive, bensì in paure che degenerano nei gesti di cui discutiamo”. Come già espresso da Vassere, molto probabilmente c’è il timore che un diritto acquisito possa togliere qualcosa ad un'altra parte della popolazione. “Questo non si realizza, anzi. Per ogni componente della popolazione che acquisisce un diritto in più il contesto diventa più inclusivo per tutti”.

Possibili effetti collaterali

Ad oggi, sono comunque state vinte alcune battaglie e si raccoglie sempre più consenso popolare sul tema. Ci sono, in questo senso, degli effetti collaterali? Perché da un lato più si ottiene successo su un determinato tema, più una fetta della popolazione si polarizza. “Ad avere un peso non da poco ci sono i messaggi che vengono veicolati sul tema. Io ci tengo a fare un collegamento con la recente polemica sull'agenda scolastica, in cui nel giro di qualche settimana sono state spese le parole peggiori e più violente, oltretutto non costruttive nei confronti della popolazione fluida o che si autoidentifica come fluida o non binaria, anche se i due termini non sono proprio sovrapponibili”. Ma c’è un altro lato della medaglia. “Ad esempio, la votazione a favore del matrimonio per tutti è passata in tutta la Svizzera. Quindi il quesito diventa estremamente complesso: se da una parte emerge questa bandiera completamente verde (quindi in favore del sì), dall'altra i crimini risultano raddoppiati”. Vassere ha poi voluto insistere sul fatto che forse le prime lettere della sigla (quindi la componente omo e quella bisessuale) godano attualmente di una maggiore conoscenza, mentre la componente trans e non binaria sono le principali vittime delle violenze. “Questo perché probabilmente il tema sta emergendo più ora rispetto al passato".

Una manifestazione rivolta alla politica

Oggi davanti a Palazzo federale si è tenuta una manifestazione indetta dalle  principali associazioni mantello della comunità LGBTIAQ+. Durante la manifestazione hanno fatto squillare contemporaneamente 305 telefonini, il numero esatto delle persone che si sono rivolte alle helpline nel corso dell’anno. Un messaggio insomma per attirare l'attenzione su questa situazione preoccupante e per invitare urgentemente i media, i politici e la società civile ad agire. “Indubbiamente le forze dell'ordine vanno informate maggiormente su questo tema per permettere di accogliere le persone che si rivolgono a loro, magari con il dubbio se procedere o meno ad una denuncia, perché non va dimenticato che con il 261 bis del codice penale l'omofobia viene equiparata alla xenofobia, quindi non è un reato meno grave, solo che è importante informare le persone che si occupano di accogliere la popolazione vittima per permetterle di accedere ad un sistema di denuncia che abbia anche i suoi effetti. Quindi non solo le forze dell'ordine, ma anche del personale che si occupi dell'accoglienza delle vittime”.

Non binarietà

Tornando al tema della non binarietà, con Vassere abbiamo fatto l’esempio eclatante di Nemo, che ha portato con forza sotto i riflettori non solo il tema, ma anche la necessità di ripensare certe categorie identitarie. Come influirà o come sta già influenzando il dibattito pubblico, magari anche sul lungo termine? “Nemo non ha solo portato con forza il suo vissuto, ma l'ha portato anche con felicità. Perché la sua performance è stata molto felice, quella di una persona che sta compiendo un percorso e che si sente abbastanza sicura da poterlo veicolare a così tante persone attraverso una canzone. Dopodiché ogni volta che emerge una persona che si presenta con una caratteristica che può anche infondere una sana curiosità, il dibattito si accende, ecco perché anche io sono qui a parlarne con voi”. La Svizzera ha quindi dato un segnale internazionale forte, anche al resto dei Paesi, decretando la vittoria di questo messaggio. In prospettiva in che modo pensa possa tradursi questa dinamica? “Il messaggio che adesso arriva tramite la canzone svizzera che ha vinto è un messaggio positivo che dice ‘tutte le persone vanno bene così come sentono di essere, così come sono’. Chiaramente ogni momento di spaesamento, quindi ogni volta che io vengo a contatto con qualcosa che non conosco, posso reagire in due modi: o facendo di quello spaesamento qualcosa di costruttivo - quindi che mi porta a riflettere su un tema che non conosco – oppure mi faccio spaventare, metto un muro e non approfondisco, spesso reagendo anche in modi violenti. Io credo che quello che sta succedendo, quindi il fatto che ne stiamo parlando sempre di più, sia positivo”.

L’intervista completa