
Fare chiarezza e fare precisazioni. Con queste motivazioni il consigliere di Stato Norman Gobbi ha aperto la conferenza stampa di oggi sul tema della migrazione e dei permessi di soggiorno, incentrata in particolare sul caso di India, la ragazza 19enne residente in Ticino da diversi anni e proveniente da una regione di confine fra Etiopia ed Eritrea. Com’è noto, la vicenda della giovane ha destato molto clamore e ha spinto diverse persone, tra cui anche compagni di scuola insegnanti e politici, a schierarsi dalla sua parte.
I passaggi
Ha preso poi la parola Silvia Gada, capo della Sezione della popolazione, che ha spiegato le diverse procedure. “Si parte dalla domanda di asilo e da lì ogni caso viene analizzato singolarmente, e vale unicamente per quella persona e per quel momento, dato che poi può esserci un’evoluzione”.

Il caso specifico di India
Nel caso di India “siamo nel contesto di una domanda d’asilo presentata dalla madre e dalle due figlie nel 2012, alle quali è stato assegnato un permesso N. Nel 2014 la Segreteria di Stato per la migrazione (Sem) si è espressa sfavorevolemnte ed è stato quindi inoltrato un ricorso al Tribunale amministrativo federale (Taf), respinto nel 2015. È stato allora emesso un termine di partenza”. A quel punto “è arrivata una richiesta di proroga per la ricerca dei documenti per procedere al rientro, durante la quale sono sorti dei problemi. Nel 2019 è stata quindi richiesta un’istanza di apolidia, respinta dalla Sem. Nuovo ricorso da parte della famiglia e nuova risposta negativa del Taf nell’agosto 2021”. L’ Ufficio della migrazione è stato allora chiamato a disporre la partenza. A quel punto, il legale ha chiesto il caso di rigore, vista la presenza prolungata della famiglia in Ticino. L’Ufficio migrazione in questi giorni ha ripreso in mano il dossier dalla prima richiesta. “Bisogna considerare il fatto che le figlie hanno trascorso tanto tempo sul suolo ticinese e questo spinge a fare determinate analisi: parlano la lingua, sono integrate, fanno anche volontariato. È stato quindi inoltrato un preavviso favorevole. La Sem dovrà fare ora ulteriori valutazioni. Se sarà accolta l’istanza, verrà rilasciato un permesso B, altrimenti ci sarà la possibilità di ripartire con un ricorso al Taf. Ci tengo a precisare che normalmente non si discute pubblicamente del singolo caso”.

“Prese lucciole per lanterne”
Non sono mancate neppure le critiche da parte del direttore del Dipartimento Isituzioni. “Non tutti i casi di rigore sono uguali, le differenze sono sostanziali. La complessità della materia può indurre in errate valutazioni e considerazioni sbagliate, come abbiamo visto in atti parlamentari in cui sono stati usati dati statistici utilizzati erroneamente”, ha detto Gobbi.
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