
Da qualche giorno le temperature primaverili (quasi estive) ci hanno finalmente permesso di dire arrivederci all’inverno. Sole e caldo sono infatti le due parole d’ordine quando si parla della stagione estiva, la quale porta con sé il desiderio di avere la tanto ambita tintarella estiva. Un’abitudine, quella di abbronzarsi, sempre più in voga, ma che presenta non pochi rischi per la nostra salute. Il sole, di fatto, non è solo un distributore naturale di vitamina D, che come ben sappiamo è fondamentale per il nostro sistema immunitario e la nostra struttura ossea: è infatti anche la principale causa di melanomi, o cancri neri della pelle. Una malattia che a livello ticinese ha visto un brusco incremento negli ultimi anni, non solo a causa del buco nell’ozono. Ne abbiamo parlato con il Dottor Stefano Gilardi, specialista in dermatologia e venereologia, e con Noëlle Bender, infermiera addetta alla prevenzione e responsabile della riabilitazione nella Lega ticinese contro il cancro.
“Uno shock termico della pelle porta alla malattia”
“È dagli anni ’80 che in Svizzera c’è una forte sensibilizzazione sul tema del melanoma: il cosiddetto cancro nero della pelle”, ci ha spiegato Gilardi. Una malattia che colpisce tutte le fasce d’età e di cui la Svizzera “detiene purtroppo dei record di incidenza, in particolare in Ticino”. A conferma di questo, Noëlle Bender ci ha detto che sul nostro territorio “ci sono 180 nuovi casi melanomi all’anno: una media decisamente superiore a quella svizzera”. Il forte desiderio di esporsi al sole causa uno “squilibrio tra la difesa del nostro organismo e l’energia portata dal calore dei raggi UV sui melanociti – le cellule scure della pelle – che possono degenerare a seguito di uno shock termico della pelle”, ci dice Gilardi. Il cosiddetto Melanoma Day, la giornata dedicata alla prevenzione che cade proprio oggi, “deve però portarci lentamente a concentrarci non tanto sul cancro nero, bensì sul cancro bianco: ad oggi quello più frequente”. Questo tipo di tumore si presenta sottoforma di ipercheratosi, una desquamazione che si installa nelle zone foto esposte (come fronte e naso) che lentamente si installa senza causare dolori e pruriti, “ma che può essere precursore di un carcinoma basocellulare o spinocellulare”. In questi casi è importante “non aspettare più di due mesi dall’apparizione del sintomo, altrimenti si rischia uno sviluppo di questi tumori, sempre più frequenti ma fortunatamente curabili”.
Una giornata di prevenzione
“Durante la giornata di oggi i quattro centri della Lega Ticinese contro il Cancro aprono le porte al pubblico e saranno presenti dei dermatologi che faranno dei controlli puntuali sui nei”, ci dice Noëlle Bender della Lega Ticinese contro il Cancro. La prevenzione è dedicata a tutti, ma chi è a rischio (chi ha tanti nei, ha la pelle molto chiara o ha delle predisposizioni genetiche alla malattia) deve fare maggiori controlli dal dermatologo. La vera prevenzione è “evitare il sole, quindi non esporsi appositamente”. Un’occasione che ha visto il tutto esaurito, “motivo per cui l’anno prossimo aumenteremo gli slot a disposizione per permettere a più persone di venir visitate”.
Come prevenire
Un terzo dei melanomi cresce su predisposizione genetica: “con questo si intende che la prevenzione all’esposizione eccessiva al sole vale per tutti, ma in particolare a coloro che nella storia famigliare sono presenti casi di tumori della pelle”, ci spiega sempre Gilardi. Arrivare a bruciarsi o a essere arrossati va quindi assolutamente evitato; per farlo la prassi è di ricorrere alle creme solari, le quali creano una barriera protettiva. Ma ancora più importante, a detta di Gilardi e Bender, è evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde, come ad esempio il mezzogiorno, prediligendo invece il mattino o il tardo pomeriggio. “L’ombra rimane però la miglior protezione”. Tornando alle creme solari, Bender ha sottolineato che il loro impiego “va fatto correttamente: anche se non sempre economiche, le creme solari vanno applicate prima dell’esposizione e vanno usate in abbondanza, con un indice di protezione pari o superiore al 30, nonché messe con una certa frequenza, solo così si è protetti dai raggi UV”. Inoltre, l’abbigliamento adeguato gioca un ruolo fondamentale (vestiti con materiali sintetici e di colore scuro), così come i cappellini e gli occhiali da sole, “i quali per avere una protezione efficace devono avere una lente di vetro con il marchio CE che certifica il riparo dagli UV al 100%”. Importante sottolineare che i bambini “non andrebbero esposti al sole fino al compimento dei due anni”.
“I solarium vanno assolutamente evitati”
Ma a contribuire all'insorgere di tumori della pelle ci pensano anche i solarium: “questi vanno assolutamente evitati”, dice sempre Bender. “Molta gente pensa che sia saggio fare delle sedute prima di recarsi al mare, convinti che in questo modo la pelle si prepari al sole vero e proprio: non è così”. L’abbronzatura non è altro che “un’aggressione alla pelle, non è normale. Il solarium quindi non protegge, ma anticipa questo squilibrio cutaneo e noi come Lega contro il Cancro lo sconsigliamo vivamente”.
“Importante intervenire prontamente”
Alle nostre latitudini, questo cancro della pelle – come detto – ha una fortissima incidenza: statisticamente, assieme alla Norvegia siamo infatti la nazione dove c’è il maggior numero di casi, “ma fortunatamente abbiamo anche il maggior tasso di guarigione”. Questo grazie al fatto che “la popolazione è istruita ed è consapevole dei rischi che porta un'eccessiva esposizione ai raggi UV”. E il merito va anche a giornate come questa, durante le quali la popolazione viene sensibilizzata a recarsi dal medico per dei controlli, “in particolare in caso di lesioni cutanee che crescono inaspettatamente, con un colore eccessivo e con una forma irregolare”. Criteri di allarmismo, questi, a cui il cittadino dovrebbe dare seguito prontamente. “In Svizzera fortunatamente questo avviene in maniera celere: c’è infatti la possibilità di essere visitati da uno specialista in breve tempo”. Importante quindi sottolineare che più è precoce la diagnosi, maggiori sono le probabilità di guarigione, anche perché ci sono melanomi “che si sviluppano nel giro di pochi mesi”.
Progressi oncologici
Un ruolo fondamentale ce l’hanno anche i grandi progressi nel campo oncologico, come ad esempio “l’immunoterapia per il melanoma che è sfuggito al controllo, e che quindi fa metastasi, che ad oggi permette al paziente di avere delle chances di sopravvivenza tramite delle cure ben sopportate, e non più la classica chemioterapia ricca di effetti secondari”. Si tratta infatti di un trattamento oncologico mirato “con degli anticorpi specifici che permettono di neutralizzare gli antigeni di superficie del melanocita malato”.
