
Emily è nata con una malattia degenerativa di cui si contano meno di 20 casi in Svizzera: la distrofia muscolare da deficit di merosina (LAMA 2), dovuta a un'alterazione genetica trasmessa da entrambi i genitori, portatori sani inconsapevoli. Attualmente incurabile, colpisce tutto il tessuto muscolare, dal sistema locomotore, alla muscolatura della masticazione, degli occhi e del cuore. "Chi è affetto da questa malattia fortunatamente non ha conseguenze a livello cognitivo, ma deve essere sottoposto a numerosi controlli medici e necessità di un'assistenza costante", spiega il papà di Emily, Vincenzo Di Giulio, che è al contempo genitore e medico. Un doppio ruolo non semplice in casi come questi: "La frustrazione è doppia perché puoi fare poco sia come genitore, sia come medico. C'è anche una sorta di pressione perché essendo medico dovrei avere delle risposte che purtroppo non ho, e viceversa a volte c'è l'agevolazione di poter spiegare alle persone cos'è e cosa comporta una malattia".
Un'associazione che guarda al futuro
La voglia di non rassegnarsi ha portato alla creazione di un'associazione che porta il nome di Emily (si chiama "Emily's future is now"), ma che è dedicata a tutti i bimbi nel mondo che soffrono di questa malattia rarissima. "Essendo i casi così pochi - spiega Vincenzo Di Giulio -, lo scopo è di creare dei collegamenti anche con altre associazioni sparse in tutto il mondo in modo da far sentire la nostra voce alla comunità scientifica per sviluppare un farmaco e arrivare a una terapia". Una terapia che permetterebbe a Emily di esaudire il suo sogno: alzarsi dalla sedia a rotelle e camminare.
