Ticino
Il sindacato Transfair si chiama fuori dal Comitato "No allo smantellamento di Ffs Cargo in Ticino"
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
3 ore fa
Greta Gysin, presidente del sindacato, spiega che "la decisione di lasciare il comitato è la sola via percorribile per tutelare la credibilità del nostro lavoro nel partenariato sociale con le Ffs".

Il Comitato "No allo smantellamento di Ffs Cargo in Ticino" dovrà fare a meno del sindacato Transfair, che ha deciso di "chiamarsi fuori". La decisione, spiega la presidente Greta Gysin a La Regione, "è diventata la sola via percorribile per tutelare la credibilità del nostro lavoro nel partenariato sociale con le Ffs". In ogni caso, sottolinea, "continueremo comunque a sostenere lo scopo originario del comitato: mantenere alta l’attenzione politica sulla situazione di Cargo, difendere i posti di lavoro e l’importanza del trasferimento merci su ferrovia". Una decisione, quella di lasciare il Comitato, "maturata nell'arco di diverse settimane", e la ragione principale di questa scelta "è la necessità di mantenere una distinzione chiara tra il lavoro politico del comitato e il lavoro sindacale nel partenariato sociale con le Ffs". Nel partenariato, continua, "negoziamo misure delicate e decisive per il personale e se i due ruoli si sovrappongono rischiamo di compromettere la nostra credibilità negoziale". Un aspetto, quest'ultimo, "che andrebbe a svantaggio dei lavoratori".

"Sono circolate affermazioni che non corrispondono ai fatti"

Il Comitato, continua Gysin, "originariamente doveva agire sul piano politico, fornendo un accompagnamento politico al lavoro del partenariato sociale, svolto dai sindacati". Ma così non è andata, perché "nonostante i vari richiami, più volte ha affrontato temi sindacali". A questo si aggiunge il fatto che "più volte sono circolate voci non vere, come il fatto che le FFS in Ticino stiano assumendo frontalieri o che obblighino i dipendenti a trasferirsi oltre Gottardo". Atteggiamenti che "creano insicurezza tra il personale e rendono il lavoro negoziale ancora più complesso".