C’è scetticismo riguardo alle decisioni prese da Berna riguardo al covid Pass svizzero. Le misure approvate da Berna e in vigore dal prossimo 16 novembre prevedono l’emissione del certificato Covid anche per chi risulta positivo al test sierologico. Il pass sarà valido solo ed esclusivamente in Svizzera e durerà 90 giorni. “Mi sembra una scelta incomprensibile”, ha sottolineato Franco Denti intervenuto in diretta a Ticinonews. “La situazione dal punto di vista pratico è sempre più incasinata”, aggiunge.
La controproposta ticinese
La modalità di avere un certificato Covid svizzero, quindi, non piace molto a Denti. “Non so chi l’ha pensata, non esiste un tasso di anticorpi certo per decretare chi può avere o non avere il pass e per questo mi pare incomprensibile”. Ma a far storcere ancora di più il naso è il fatto che la Confederazione ha deciso di mettere a pagamento il test sierologico. Per questo motivo il Ticino ha fatto una controproposta al Consiglio federale: “Chiediamo a Berna di pagare i test anticorpali per meglio favorire lo screening dei pazienti non vaccinati, sensibilizzare le persone e fare un gesto di salute pubblica”, sottolinea. “È una proposta che si basa su dati scientifici e potrebbe trovare l’approvazione della politica”.
Il rischio dei certificati fasulli
Berna ha anche deciso di ampliare la validità del pass per chi non può farsi vaccinare né testare. “Ci sono pazienti che non possono essere vaccinati, ma in Ticino sono davvero pochissimi”. A preoccupare diversi Cantoni è il rischio di abusi che potrebbero nascere: “Non si possono fare certificati compiacenti, ne va della reputazione del singolo medico e dell’intera categoria”.
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