Ticino
"Il riscatto del Palazzetto dello Sport esalta l’incompetenza della classe politica luganese"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
20 ore fa
Secondo l'Mps, l'operazione rappresenta "la certificazione pubblica del fallimento politico del Municipio e del Consiglio comunale riguardo al progetto del PSE".

Dopo la decisione di riscattare l’Arena Sportiva per 114,5 milioni di franchi, il Municipio di Lugano ha ora licenziato il messaggio per il riacquisto del Palazzetto dello Sport per altri 80,2 milioni. L’Esecutivo sottolinea che, così facendo, si risparmiano 18 milioni: la locazione prevista nell’Accordo di partenariato pubblico-privato avrebbe infatti comportato una spesa complessiva di 98 milioni, mentre l’acquisto immediato del Palazzetto ammonta a 80,2 milioni. Un'operazione che per l’Mps rappresenta "la certificazione pubblica del fallimento politico — condito da impressionanti dosi di inettitudine — del Municipio e del Consiglio comunale riguardo al progetto del PSE. La conferma lampante dell’assurdità di aver fatto ricorso all’accordo di partenariato pubblico-privato”. Il riacquisto da parte della Città “dimostra che la via dell’autofinanziamento avrebbe dovuto essere intrapresa fin dall’inizio”.

"Cestinare la soluzione di un accordo di partenariato pubblico-privato"

La decisione di riscatto — si legge ancora — “dimostra inoltre che la Città non era in grado di sostenere una tale operazione finanziaria”. L’Mps, durante la campagna referendaria, “aveva insistito fin da subito sull’opzione di un prestito obbligazionario per realizzare — magari in versioni meno dispendiose — stadio e Palazzetto”. Oggi il Municipio “propone esattamente questa strada. Con una grande differenza: l’operazione attuale sarà comunque più costosa”. Il prestito obbligazionario per l’acquisto del Palazzetto “comporta infatti un tasso d’interesse stimato all’1,2%". Nel 2020, durante la discussione sul finanziamento dei progetti, "la Città aveva rinnovato un prestito obbligazionario di 140 milioni per 50 anni con l’allora Credit Suisse a un tasso dello 0,165%”. L’auspicio del movimento è che la vicenda “sia almeno servita a fissare una certezza: l’accordo di partenariato pubblico-privato rappresenta una soluzione da cestinare una volta per tutte, perché contraria al più elementare interesse pubblico”.

 

 

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