
Continua a tenere banco il caso del giovane leventinese cacciato dalla sua Scuola Media per aver filmato di nascosto la sua docente di educazione fisica intenta a farsi la doccia. Se da parte delle autorità il responso è chiaro, si ergono ora voci in favore di un reintegro del giovane nel suo istituto scolastico.
Queste voci giungono dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), che considera discutibile la scelta dell'allontanamento. "Quale funzione pedagogica può esercitare sul ragazzo in questione un simile provvedimento? Verosimilmente nessuna, anzi" chiedono i giovani sindacalisti. "È ragionevole rischiare di comprometterne l'iter formativo, con il pericolo di gettarlo in un circolo vizioso, non soltanto a sue spese, ma anche a carico della società? Non sarebbe forse più commisurato un provvedimento atto a renderlo conscio del grave errore commesso, senza pregiudicarne il futuro? La scuola ticinese non dispone nemmeno di strutture e personale apposito?"
Secondo il SISA, "riguardo i contorni più scomodi dell'accaduto, con cui le autorità non hanno forse voglia di confrontarsi, sarebbe giunta l'ora di togliere il monopolio dell'educazione sessuale al porno, di cui è facile fruire in rete ad ogni età - per non parlare di certi contenuti televisivi, in cui la mercificazione del corpo della donna sembra ormai una pratica irrinunciabile - per dare finalmente spazio a questa importante materia fin dalle scuole elementari, come il SISA rivendica da anni, allo scopo di garantire agli allievi una sana e utile consapevolezza della sessualità."
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