
Le ripercussioni della guerra in Ucraina hanno iniziato a farsi sentire alle nostre latitudini già da qualche tempo. Se a far discutere in questi giorni è principalmente il prezzo dei carburanti, adesso anche il costo e la carenza del grano stanno iniziando a preoccupare sia i produttori sia i consumatori. Per cercare di capire la gravità relativa all’approvvigionamento, Alessandro Fontana (direttore del Mulino di Maroggia) ha spiegato ai microfoni di Ticinonews com’è attualmente la situazione in Svizzera.
“Svizzera autosufficiente”
“Per quanto riguarda il grano tenero posso dire che la Svizzera si trova in una posizione più avvantaggiata rispetto ad altri Paesi” ha commentato Fontana, precisando che questo vantaggio è da ricondurre alla nostra politica agricola “che è rimasta quasi invariata dalla Seconda Guerra Mondiale”. Gli svizzeri sono quindi “molto conservatori” e questa politica agricola, nonostante rappresenti un costo importante per la confederazione, “sta mostrando i frutti e i lati positivi” ma anche l’autosufficienza del nostro Paese. L’anno scorso purtroppo il raccolto ha visto una diminuzione del 30-35%, che ha portato ad avere solo poche riserve per i prossimi anni. “Oggi non sono previsti degli aumenti sui prodotti da grano tenero, perché quello che verrà macinato è già stato, per così dire, acquistato ed è già praticamente tutto in Svizzera”, quindi su suolo elvetico il problema dell’approvvigionamento non si pone.
“Si punta sul prossimo raccolto”
“Per quel che riguarda il grano duro il discorso è diverso: abbiamo visto che ci sono stati degli aumenti, soprattutto a livello internazionale perché qui ne coltiviamo molto poco”. Il punto di svolta, dice Fontana, sarà il prossimo raccolto, quindi “da fine giugno se pensiamo al Ticino e da fine luglio-inizio agosto se pensiamo alla Svizzera interna”. Se tutto dovesse procedere per il meglio, quindi con una copertura dell’80% del fabbisogno, “a quel punto saremo relativamente poco toccati dalla situazione internazionale”. Se però il raccolto dovesse essere paragonabile a quello dello scorso anno “avremo sicuramente dei problemi, anche perché dovremmo andare a rifornirci in maniera massiccia sul mercato internazionale e a quel punto ci sarà sicuramente un aumento considerevole dei prezzi del grano e della farina, poi in seguito di tutti i prodotti derivati”.
La variabile meteo
“Naturalmente dipende tantissimo dalla meteo: l’anno scorso ad aprile-maggio le stime erano molto buone, ma poi ci sono state le grosse piogge del mese di giugno e luglio che hanno distrutto tutto sul finire” ha concluso Fontana, aggiungendo che attualmente non è ancora fattibile fare delle stime, ma che bisogna sperare in una meteo favorevole e in un clima un po’ più umido nei prossimi mesi per poi auspicare in un’estate secca che permetta la maturazione del grano.
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