
La bufera sul bicchiere del Rabadan sta (forse) sfuggendo di mano. Tutti ne parlano, pochi lo hanno visto (anche perché deve ancora arrivare) e troppo pochi hanno avuto modo di recepire le giuste indicazioni, a causa anche di un’informazione poco chiara da parte dei responsabili del Rabadan. La nuovissima proposta della manifestazione bellinzonese sembra spaventosa: dall’igiene, alla scomodità per i clienti fino al raggruppamento illegale dei dati attraverso il microchip. Per questo motivo abbiamo deciso di fare il punto su alcuni aspetti fondamentali, con l’aiuto di uno dei membri di comitato, Paolo Deprati.
Facciamo chiarezza sul bicchiere ufficialeInnanzitutto è bene dire che il bicchiere non è assolutamente obbligatorio da utilizzare (né tanto meno da acquistare), ma la società ne consiglia l’uso. “Il bicchiere in silicone alimentare verrà regalato a tutti quelli che acquistano il pass settimanale, mentre a chi vorrà entrare solo per una sera o per un pomeriggio verrà data la possibilità di acquistarlo per 5 franchi, in maniera completamente volontaria”, spiega Deprati.
Si può solo bere con il bicchiere in silicone? No, qui sta il punto. In realtà, la manifestazione continua ad essere (quasi) come gli anni scorsi. Non temete, se non si vorrà utilizzare il bicchiere in silicone, o se lo si vorrà utilizzare una volta e altre no, non è un problema. Infatti, ci sarà la possibilità di utilizzare i bicchieri biodegradabili – e non più di plastica monouso come gli altri anni – con una sovrattassa “simbolica” di 50 centesimi a bibita.
Perché 0.50cts in più? Se inquini, paghi“Di fatto per noi sono più costosi” chiarisce Deprati. “Noi lo forniamo sia alle tendine, sia ai bar privati ma sceglierà l’utente come preferisce bere”. Il cliente dunque, potrà continuare a bere nei bicchieri usa e getta che quest'anno hanno un impatto diverso sull’ambiente perché appunto sono biodegradabili. L’obiettivo, certo, è quello di incentivare le persone a non usare il bicchiere biodegradabile ma piuttosto quello in silicone per diminuire drasticamente il numero di rifiuti.
Ma, così i rifiuti ci saranno sempre (o forse no)Verranno costruite 33 postazioni per raccogliere i rifiuti in modo separato, tra cui anche un apposito contenitore per i bicchieri usa e getta. Da questo si presume che “nessuno butti più un bicchiere per terra”, precisa Deprati. “Dovete immaginare una sorta di gruppo di sacchi dei rifiuti che saranno in giro per la città con degli slogan creati apposta, come ‘Nem a carnevaa senza inquinaa’”. I rifiuti poi, verranno raccolti ogni notte dai volontari delle scuole, del liceo, degli scout e del Wwf, con cui il Rabadan collabora.
Riutilizzabile, non solo per i bicchieriPer la questione cibo, il Rabadan fornisce nel capannone per i pranzi e/o le cene dal giovedì al martedì stoviglie lavabili: piatti e posate. Ma, per la questione delle altre tendine che magari organizzano risottate e/o aperitivi è “stato consigliato di andare sul biodegradabile però – spiega Deprati – non possiamo imporre di usare il lavabile”. Ma, rassicura “tutte le tendine avranno i punti di separazione dei rifiuti”.
Le motivazioni della sceltaIn sei giorni di carnevale la società del Rabadan raccoglie ogni anno circa 350'000 bicchieri da terra, di plastica, che vengono poi portati all’inceneritore. Per fare fronte alla problematica, sono state scelte due vie: la prima quella del biodegradabile perché “fa dieci volte emissioni in meno rispetto a un bicchiere di plastica normale” e la seconda, quella del bicchiere singolo per utente, il famoso bicchiere in silicone per “azzerare i rifiuti”.
Si risciacqua, ma come e dove?L’utente, considerato che voglia utilizzare il bicchiere in silicone, può risciacquare il bicchiere ogni volta che vuole tramite apposite postazioni. Ma non solo, perché, la società Rabadan ha fatto convenzioni anche con i bar privati. "Quest'ultimi lo potranno risciacquare e alcuni si sono messi a disposizione per lavarlo anche in lavastoviglie”.
Ma… o tutti o nessunoIl problema, spiega il nostro interlocutore, è che non potevano obbligare i bar ad utilizzare quel bicchiere. “Noi abbiamo il 40-45% delle postazioni, tra tendine e capannone ma il resto dei punti di incontro del carnevale non sono i nostri. Per questo è difficile obbligare i gerenti ad utilizzare il bicchiere e a fare come volevamo noi”.
Il problema della comunicazioneIl bicchiere è nato per essere utilizzato e consumare meno plastica. Ma quindi qual è il problema? Perché alzare questo polverone quando esistono le premesse fatte poco sopra? “Noi siamo partiti tardi, volevamo il bicchiere già ad ottobre e poi informare correttamente gli utenti. Ma siamo arrivati in ritardo e la stessa cosa è stata per la comunicazione”.
L’igiene, la paura più grande Una cosa è certa, il Rabadan complessivamente sarà un po’ diverso e, ammettono, “forse non è la soluzione migliore del mondo ma saremo pronti per gli accorgimenti”. Per quanto riguarda l’ufficio dell’igiene, quest’ultimo ha dato il via libera. Il bicchiere rispetta quindi gli standard di qualità, al contrario di quanto asserito negli scorsi giorni dal consigliere comunale Tuto Rossi.
Il microchip e l'App, spiati dal Rabadan?Mentre per il famigerato e tanto temuto microchip è giusto fare dei chiarimenti. “L’unica cosa che fa il microchip è che comunica con il telefono quando appoggi il bicchiere, sostanzialmente bicchiere e telefono vengono abbinati” spiega Deprati. Ma, lo ricordiamo, anche questa opzione è “assolutamente facoltativa”. Ma quindi a cosa serve questa app? È una peculiarità. “Il vantaggio è che puoi ricevere informazioni live, per esempio possiamo comunicare il programma dei concerti o avvisare l’utente sui collegamenti dei treni e bus”. Ma non solo. Gli amanti dell’ambiente potranno essere aggiornati su quanta plastica stanno risparmiando ogni volta che acquistano una bibita.
La polemica dell’Italia: perché comprarli “oltre confine”?L’azienda PCUP che fornisce i bicchieri in silicone è una start-up formata da due giovani: Stefano e Lorenzo. “Uno dei due, tra l’altro, è svizzero” rassicura con tono ironico, ma quasi obbligato, Deprati. I due giovani hanno testato diversi bicchieri in silicone made in Cina, ma “sono tutti tossici” sottolinea Deprati. Per questo, i fondatori hanno deciso di affrontare il problema creando bicchieri dal silicone alimentare, prodotti in Europa.
La start-up ha fatto una tournée con Marco Mengoni, durante la quale è stato testato il bicchiere. Quest'ultimo è stato anche riconosciuto da National Geographic, il quale ne ha confermato la conformità dell’utilizzo. “Noi saremo il primo evento in Svizzera ad utilizzarlo, il bicchiere è stato approvato anche dal WWF che supporta il progetto green”. Quindi oltre confine per “qualità e non per risparmiare” conclude Deprati.
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