Santa Chiara-Carità
Il nuovo volto della culla locarnese
Immagine Ticinonews
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Redazione
2 anni fa
Dalla prossima settimana tutti i parti del Locarnese avverranno negli spazi dell'ospedale La Carità. Per la ginecologia e l'ostetricia sul Verbano il cambiamento è epocale.

Per la Clinica Santa Chiara sono gli ultimi fiocchi rosa e azzurri: tra pochi giorni tutti i bambini nasceranno alla Carità di Locarno. La nursery e le sale parto nella struttura privata non serviranno più. In una storia lunga come quella della Santa Chiara, la componente emotiva, in questo momento, è inevitabile, "specialmente per persone come me, cresciute con la Clinica Santa Chiara", confessa ai nostri microfoni il dottor Alberto Gianoni, specialista in ginecologia e ostetricia operativa, che incontriamo proprio negli spazi della clinica in Via Franscini. "La maternità della Santa Chiara è sempre stata la maternità per eccellenza del Locarnese. Per noi del settore, perderla è un grosso problema". Il dottor Gianoni riconosce tuttavia che "nell'ottica di una razionalizzazione dei costi e di una diminuzione del numero di parti, due maternità nella regione diventavano difficili da mantenere, ma anche da sostenere a livello politico. Da qui è nata l'idea di una collaborazione con La Carità".

Nei prossimi mesi la chirurgia alla Santa Chiara

Al personale che verrà trasferito all'ospedale Eoc di Locarno è stato offerto un contratto alle stesse condizioni e i ginecologi potranno passare da un istituto all’altro per seguire le proprie pazienti. In contropartita, alla Santa Chiara, da lunedì prossimo confluirà tutta la chirurgia ginecologica della regione. Spariranno dunque gli spazi legati alla maternità. "Le sale parto non serviranno più", ci conferma Christian Camponovo, direttore del Gruppo Moncucco che detiene la Clinica Santa Chiara. "Qui probabilmente serviranno più camere per le pazienti che necessiteranno di un intervento chirurgico". Camponovo ritiene verosimile che i primi interventi chirurgici ginecologici potranno essere condotti alla Santa Chiara "verso la fine dell'anno. Tutta la struttura, però, sarà sottoposta a dei lavori di ringiovanimento".

Raddoppio dei parti alla Carità

La prossima settimana, quindi, La Carità diventerà a tutti gli effetti la culla del Locarnese. "Con questa ridefinizione avremo una sala parto in più, a fianco delle due già esistenti", ci spiega Noemi Cerini Bernasconi, responsabile delle levatrici presso La Carità, dove ci siamo nel frattempo spostati. Il potenziamento degli spazi per partorire nel nosocomio pubblico è considerato necessario visto che la casistica raddoppierà, "da 250 parti a 500". La stima ci viene fornita dalla capoclinica di ginecologia Concetta Leggieri. A essere state raddoppiate sono inoltre pure "le camere per le pazienti, ma anche gli spazi in sala parto". L'obiettivo, commenta Leggieri, "è garantire un servizio di qualità superiore anche in caso di emergenza".

Figli sempre più tardi, complicazioni in aumento

In effetti, le situazioni difficili durante il parto sono in aumento. Siamo infatti una società che fa sì meno figli, ma sempre più tardi. "Le pazienti con un'età relativamente avanzata o che presentano patologie complesse sono sempre più frequenti", spiega Leggieri. Questo comporta delle sfide a cui rispondere, che prevedono la somma in contemporanea di cure ostetriche a cure per altre patologie. Anche perché l'ostetricia presenta di suo una peculiarità che la distingue dalle altre branche della medicina: "È l'unica branca clinica con un doppio paziente, ovvero la madre con il suo bambino". Con una casistica più ampia, quindi, "centralizzare i parti significa anche aumentare la sicurezza".

Un modello che farà scuola?

Solo nei prossimi mesi e anni si potrà dire se l'alleanza fra Carità e Santa Chiara avrà dato i suoi frutti. Nel frattempo è comunque certo che la collaborazione rappresenti una svolta epocale per la regione: dove un tempo c’era competizione per il primato delle nascite, oggi ci si trasforma in un'unica squadra. E potrebbe essere solo l'inizio, visto che il Dss vorrebbe estendere il progetto pilota anche ad altri settori e regioni.