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Il nuovo papa al centro degli editoriali dei quotidiani ticinesi
Vatican Media Live
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11 ore fa
La nomina del Pontefice ha trovato ampio spazio sulle colonne dei giornali locali. Pelli: "Leone XIV ha subito dimostrato di voler contribuire a costruire un mondo migliore di quello attuale”. Antonini: "Sembra essere riuscito con naturalezza a conquistare l’affetto dei fedeli".

Il nuovo Pontefice Robert Francis Prevost, 69 anni, nominato ieri al quarto scrutinio, ha impostato subito con parole precise il suo “programma”. “Fin dalle prime sillabe pronunciate da Leone XIV, quel che ha impressionato tutti, non solo i commentatori di lungo corso, è stata la sua fermezza. Nessuna battuta, nessun fuori programma, nessuna simpatica titubanza è arrivata a strizzare l’occhio ai fedeli e ai media”, sottolinea nel suo editoriale il direttore del Corriere del Ticino Paride Pelli. Del suo primo discorso, inoltre, “tutti si ricorderanno l’insistenza serena e ferma con cui ha pronunciato più volte la parola ‘pace’, come se fosse la roccia a cui saldare il mondo, non solo cattolico, nei prossimi anni”.

Cosa attende il nuovo papa

Per il nuovo papa i temi su cui chinarsi saranno molteplici. “Da quello in Medio Oriente, il più vicino alla sensibilità cattolica, all’Ucraina, fino a quello totalizzante con una globalizzazione multipolare su cui la Chiesa dovrà dare prova della sua dottrina sociale”, prosegue Pelli. Leone XIV dovrà altresì affrontare, con il proprio messaggio apostolico, “un’economia mondiale in fase di profonda trasformazione, che sta creando profonde spaccature sociali, e una cultura digitale spesso non conforme ai contenuti cristiani”. Il nuovo Pontefice “sarà chiamato a essere un papa in qualche modo esemplare, dotato di fermezza e allo stesso tempo di capacità di dialogo. Ieri, Leone XIV ha subito dimostrato di volerlo essere e di voler contribuire a costruire un mondo migliore di quello attuale”.

Antonini: "Un papa che si prefigge di costruire ponti"

Nel suo editoriale pubblicato sulle colonne de laRegione, Roberto Antonini ha scelto di cominciare proprio dal termine “pace”, il primo pronunciato dal nuovo Pontefice dalla Loggia delle Benedizioni. “Ha ripetuto più volte quel concetto, così calpestato oggi nel mondo e così vicino alla tradizione agostiniana, a cui aderisce la congregazione a cui appartiene il neoeletto Pontefice”. In generale, nel breve volgere di alcuni minuti, “Leone XIV sembra essere riuscito con naturalezza a conquistare l’affetto dei fedeli. Da un gesuita a un agostiniano, ma in una linea che i vaticanisti considerano di chiara continuità: papa Prevost è uomo di papa Francesco”. Un Pontefice “che si prefigge di costruire dei ponti, in una Chiesa che sulle riforme di Bergoglio si è spaccata”.

"Un uomo umile e istruito"

Prevost è statunitense sì, ma non trumpiano, sottolinea Antonini. “Con il tycoon il contrasto non potrebbe essere maggiore, per contenuti e ovviamente per stile: le interviste realizzate durante il brevissimo cardinalato ci presentano un uomo molto riflessivo, umile, istruito, che accetta il dubbio come registro dell’esistenza”. Nel suo account X “spiccano un paio di dure critiche al presidente americano e soprattutto al suo vice J.D. Vance di fede cattolica. Non è verosimilmente un caso che abbia deciso di esprimersi in italiano e spagnolo, ma non in inglese, come a dire che gli Usa non sono l’ombelico del mondo, che alla concentrazione e prevaricazione politica ed economica non farà seguito un predominio spirituale”.

 

 

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