Ticino
Il Natale salva le vendite, ma il commercio resta sotto pressione
©Chiara Zocchetti
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Redazione
4 ore fa
Non per tutti è stato un Natale da record, ma le feste hanno ancora una volta salvato i conti del commercio ticinese. Tra franco forte, potere d’acquisto in calo e concorrenza dell’online, il settore affronta un cambiamento strutturale dei consumi. Ne parliamo con la presidente di Federcommercio, Lorenza Sommaruga.

La corsa ai regali di Natale si è appena conclusa ed è tempo di bilanci anche per il commercio ticinese. Un periodo importante, che ancora una volta ha permesso a molti negozi di chiudere l’anno, nonostante un contesto economico complesso. La presidente di Federcommercio, Lorenza Sommaruga. ospite a Ticinonews Sera, fa il punto della situazione.

Partiamo dal Natale: che Natale è stato per i commercianti ticinesi?

 "È stato un Natale particolare. È stato diverso da quello che abbiamo avuto l'anno scorso e negli anni precedenti. È partito in sordina, poi ha proseguito in maniera incerto, ma alla fine, come tutti i natali, ci siamo resi conto che il piacere di fare i doni prevale su ogni cosa. È molto importante per noi commercianti".

 Si può dire che anche quest'anno le festività hanno salvato il 2025?

 "È ancora da vedere. Dobbiamo ancora tirare le somme e capire quale sia l'andamento annuale. Il Natale non è più quello di una volta: un tempo si poteva dire apertamente che valeva quasi 2 mesi, oggi meno. Io credo sia cambiato il contesto, ma anche le abitudini. Ci sono dei cambiamenti strutturali: non c'è più il Natale come lo abbiamo pensato, come lo pensiamo da moltissimi anni - soprattutto nel settore del commercio al dettaglio - e quindi bisogna seguire l'andamento, capire cosa sta succedendo, essere sempre attrattivi per il consumatore e proporre al momento giusto le offerte giuste".

Sappiamo che negli anni l'online ha preso sempre più piede. Parlava di proporre il prodotto giusto, come differenziarsi?

"Certamente, quando penso al proporre il mio pensiero va all'online, quindi dobbiamo sempre fare attenzione nel proporre nei negozi articoli di nicchia, particolari, di non andare a rappresentare quegli articoli che si possono trovare online. Bisogna proprio darsi da fare per cercare quell'articolo bello, artigianale o fatto in Europa. Serve un un negozio dove c'è il contatto umano - che è vitale - e poi che segue anche un servizio".

 A proposito di merce e di attrattività: c'è qualche negozio o settore che ha sofferto più di altri?

"Non ho ancora i dati alla mano, ma immagino l'abbigliamento. Prenderei questa informazione con le pinze perché non ne ho certezza. Riferendomi a quello che dicevo prima, bisogna proporre ai clienti le collezioni in maniera differente, andando a cercare qualcosa di personalizzato che secondo me deve diventare la nostra forza. Così come i saldi che non sono più due volte all'anno, ci sono tutto l'anno - purtroppo dico io".